Guerra Ucraina, Kherson sotto attacco. Onu dice che i civili uccisi sono molti di più dei 6.884 noti
La guerra in Ucraina non si ferma e anche le ultime 24 ore sono state caratterizzate da diversi attacchi russi. In particolare, secondo l’esercito di Kiev, nell’ultima giornata le forze russe hanno lanciato almeno altri 33 razzi contro obiettivi civili nella città di Kherson.
La BBC ha rilevato che centinaia di persone terrorizzate stanno lasciando la città, che poco più di un mese e mezzo fa era stata ripresa dalle forze ucraine. Il giornale ha pubblicato le foto delle auto in fila anche il giorno di Natale. "Prima i russi ci bombardavano da sette a 10 volte al giorno, ora sono 70-80 volte, tutto il giorno. È troppo spaventoso. Amo l'Ucraina e la mia cara città. Ma dobbiamo andare”, le parole di una donna partita in treno con la famiglia.
Intanto l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha confermato che sono almeno 6.884 i civili uccisi in Ucraina dall'inizio della guerra il 24 febbraio, tra cui 429 minorenni. Ma il numero reale delle vittime si ritiene che sia "decisamente più alto, dal momento che sono state rinviate e sono ancora in attesa di conferma le informazioni provenienti da alcune località dove si sono verificare ostilità intense".
Ieri intanto c’è stata una telefonata tra il presidente ucraino Zelensky e la presidente del Consiglio italiano Meloni. Lui ha rinnovato i ringraziamenti per il sostegno e la solidarietà all’Ucraina, lei ha confermato l’impegno dell’Italia e ha invitato il leader di Kiev a Roma. I due hanno discusso del piano di pace promosso da Kiev, con il quale Zelensky punta a organizzare un summit all'Onu a febbraio. Dall'Italia c'è "il massimo impegno per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione Ucraina", sottolineano da Palazzo Chigi.
Ma intanto crescono le minacce da Mosca, con il ministro degli Esteri Serghei Lavrov che ha lanciato l'ennesimo ultimatum a Kiev: "Accetti le nostre proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l'esercito russo ad occuparsi della questione".