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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra Israele-Hamas, positivi colloqui al Cairo ma l’Idf insiste: “Attaccheremmo Rafah appena pronti”

Il negoziato a quattro sul cessate il fuoco a Gaza è stato positivo e le consultazioni proseguiranno nei prossimi giorni ma l’esercito israeliano insiste: “Attaccheremmo Rafah appena pronti”. L’Onu: “Offensiva a Rafah potrebbe portare a un massacro”.
A cura di Antonio Palma
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Sono terminati i colloqui per il cessate il fuoco a Gaza tra i capi dell'intelligence israeliana, palestinese, egiziana e del Qatar al Cairo. Colloqui definiti da fonti di alto livello come positivi e con progressi verso un accordo che porterebbe al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi detenuti ma Israele non molla: "Attaccheremmo Rafah appena pronti".

"Il negoziato a quattro sul cessate il fuoco a Gaza è stata positivo e le consultazioni proseguiranno nei prossimi giorni” ha detto una fonte egiziana di alto livello al quotidiano statale Al Qahera. Parole analoghe a quelle del portavoce del Consiglio di sicurezza Usa, John Kirby, che ha dichiarato: “I colloqui sono stati costruttivi e si stanno muovendo nella giusta direzione”. Ovviamente la decisione ultima spetterà ai vari leader nazionali a cui i capi dei servizi di sicurezza riporteranno i risultati del dialogo ma è una corsa contro il tempo.

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I responsabili di Mossad e Shin Bet sarebbero già in viaggio verso Tel Aviv per riferire ma in Israele risuonano ancora parole di guerra.  "Lavoriamo per evacuare Rafah prima dell'attacco" insistono infatti le forze armate israeliane il cui portavoce ha dichiarato: "Abbiamo le capacità per farlo. Ai residenti di Rafah sarà permesso di evacuare la zona e poi attaccheremo. Quando accadrà? Come accadrà? Decideremo quando sarà il momento".

I colloqui sono avvenuti infatti proprio mentre crescono le richieste internazionali a Israele a non procedere con l'assalto alla città più meridionale di Gaza, Rafah, ormai piena di oltre un milione di sfollati palestinesi. "Le operazioni militari israeliane a Rafah potrebbero portare a un massacro a Gaza" ha dichiarato il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Martin Griffiths, aggiungendo che "il governo di Israele non può più ignorare gli appelli della comunità internazionale". Appelli son arrivati anche dal Vaticano mentre il nostro il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato: "A questo punto la reazione di Israele è sproporzionata, ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas".

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Intanto a Rafah la popolazione vive nel terrore di nuovi bombardamenti. Lunedì l'esercito israeliano ha detto di aver salvato due ostaggi dalla prigionia, l’operazione è stata accompagnata da attacchi aerei che hanno ucciso decine di palestinesi, secondo i funzionari sanitari locali. "Ci hanno chiesto di andare fuori Gaza City, a sud, così siamo andati a Khan Younis. Poi ci hanno detto che dovevamo essere evacuati a Rafah. Ora la gente è terrorizzata dalla prospettiva di un attacco militare" hanno raccontato alcuni palestinesi del programma ActionAid, aggiungendo: "La maggior parte della popolazione di Gaza si trova ora a Rafah. Ci sono molte persone qui nelle tende e nessuno sa dove potrebbe evacuare ancora".

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