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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, riapre l’ambasciata italiana a Kiev. Zazo: “Segnale di speranza”

L’ambasciatore italiano a Kiev riapre la sede diplomatica nella capitale dopo diverse settimane trascorse a Leopoli: “È un segnale di speranza”, ha detto Zazo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'ambasciata italiana a Kiev ha riaperto, dopo settimane in cui era sostanzialmente stata spostata a Leopoli. L'ambasciatore italiano, Pier Francesco Zazo, si è trovato costretto a spostarsi più a Ovest mentre la capitale ucraina era sotto attacco, nonostante abbia comunque resistito il più possibile prima di abbandonare la città: "La riapertura della nostra ambasciata a Kiev rappresenta per noi un momento emozionante e di speranza a oltre cinquanta giorni di distanza dall'inizio del conflitto – ha commentato oggi Zazo – Come evidenziato dal ministro degli Esteri Di Maio, la riapertura della nostra sede è un gesto simbolico ma che queste autorità apprezzano molto. Oggi ci sentiamo ancora più vicini al governo e al popolo ucraino e continueremo ad assistere al meglio i nostri connazionali".

L'ambasciatore è tornato ieri a Kiev – appunto, da Leopoli – e ha riaperto la sede diplomatica italiana in Ucraina. L'ambasciata, però, sarà operativa solamente da lunedì prossimo, dopo Pasqua si tornerà a lavorare dalla capitale. Ieri Di Maio ha voluto ringraziare Zazo: "Tutto quello che potremo fare d'ora in poi a Kiev in presenza con le istituzioni ucraine per arrivare a una soluzione diplomatica lo faremo, grazie alla tua disponibilità e alla disponibilità di tutti quelli che lavorano con te", gli ha detto in videoconferenza.

"So che tu hai già nei prossimi giorni degli incontri – ha continuato il ministro degli Esteri – Anche la visita che ti hanno invitato a fare nelle aree che erano occupate dai russi". Il ritorno di Zazo a Kiev, per Di Maio, "dimostra anche che come Italia non perdiamo tempo e abbiamo tutta l'intenzione di continuare la nostra azione diplomatica e cercare di portare a casa un cessate il fuoco, un accordo di pace". E ancora: "Dimostra che l'Italia non smette di credere nella diplomazia e in una soluzione diplomatica".

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