Guerra in Ucraina, raid russi su Sumy e Odessa: decine di morti e almeno cento feriti
Odessa è di nuovo sotto attacco. I missili dell'esercito russo hanno colpito in pieno giorno gli edifici residenziali della città portuale sul Mar Nero, nel sud dell‘Ucraina, con almeno 10 vittime e 18 feriti, tra loro anche un bambino.
Kiev ha denuncia la distruzione di diverse infrastrutture civili. Lo ha confermato il capo dell’Amministrazione militare regionale locale, Oleh Kiper. Nelle immagini che circolano sui social i primi soccorsi alle vittime subito dopo l'attacco
"Questi non sono raid casuali, sono raid dimostrativi. Dopo le telefonate e gli incontri con Putin, dopo tutte le false chiacchiere sui media sulla presunta ‘astensione' dagli attacchi. La Russia mostra ciò che le interessa veramente: solo la guerra. E questo segnale dovrebbe udirsi in ogni parte del mondo, dalle sale dove si riuniscono i membri del G20 a tutte le capitali del mondo". Così il presidente ucraino Voldymyr Zelensky su Telegram dopo il raid odierno a Odessa. "Un attacco con missili balistici su un'università e un edificio amministrativo", attacca il leader ucraino.
Raid su un edificio a Sumy: 11 morti
E il bilancio dell'attacco su Sumy, nel nord-est dell'Ucraina, dove intorno alle 21:30 di domenica, un missile Kh-59 ha colpito un edificio residenziale di nove piani, continua a peggiorare: il numero delle vittime è salito a 11, tra cui due bambini, e i feriti sono 89. I danni alle infrastrutture energetiche hanno provocato interruzioni nella fornitura di elettricità e l’impossibilità di attivare i sistemi di riscaldamento, aumentando ulteriormente la pressione su una popolazione già messa a dura prova da quasi mille giorni di conflitto.
Il presidente ucraino ha commentato anche questo incidente, affermando che "l’obiettivo del nemico era colpire la nostra rete energetica in tutta l’Ucraina. Purtroppo, alcune strutture hanno riportato danni a causa di colpi diretti e detriti in caduta".
Cremlino: "Biden? Continua a gettare benzina sul fuoco"
Nel frattempo, la possibilità di impiegare missili a lungo raggio USA, che sarebbero stati autorizzati contro le forze russe e nordcoreane esclusivamente nella regione di Kursk, ha suscitato una reazione da parte del Cremlino. Se la notizia venisse confermata, per Mosca la decisione dell'amminstazione Biden costituirebbe "un ulteriore aggravamento delle tensioni".
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di aver visto le notizie ed “è ovvio che l’Amministrazione uscente di Washington intende adottare misure per continuare a gettare benzina sul fuoco e provocare un’ulteriore escalation di tensioni”.