Guerra in Ucraina: Merkel e Hollande incontrano Putin ma non c’è l’accordo
UPDATE: Nessun accordo tra i tre leader dopo il vertice di Mosca. Al termine del trilaterale al Cremlino tra Merkel, Putin e Hollande infatti l'unica notizia divulgata è che ci sono stati dei "colloqui costruttivi", mentre non è stato fatto nessun accenno ad un possibile piano di pace condiviso. Come è stato riferito, i tre leader "si risentiranno domenica", probabilmente per via telefonica. Per il momento quindi l'obiettivo di trovare un punto di unione tra le varie richieste sembra sfumato. A quanto si apprende, però, gli staff diplomatici dei tre Paesi cercheranno di definire un documento comune sull'attuazione dell'accordo di Minsk, che prevedeva una tregua nelle regioni orientali ucraine firmata nel settembre scorso riconfermata a dicembre scorso ma mai rispettata.
UPDATE: Si è concluso dopo circa tre ore il vertice al Cremlino tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il presidente russo Vladimir Putin sulla situazione in Ucraina. Subito dopo il vertice, durante il quale i due leader di Germania e Francia hanno illustrato un possibile piano di pace al leader russo, i tre hanno proseguito l'incontro a cena. Per il momento ancora non si sa se ci sarà una conferenza stampa per esporre i risultati dell'incontro. Resta dunque incertezza sui punti del piano di pace approntato dalle cancellerie delle due potenze occidentali. Poco prima di giungere a Mosca Merkel e Hollande avevano avuto un colloquio a Kiev anche con il presidente ucraino, Petro Poroshenko, al termime del quale il presidente francese aveva assicurato che la missione diplomatica in Russia sarebbe servita per avanzare una proposta "accettabile per tutti" per mettere fine al conflitto, rispettando "l’integrità territoriale dell’Ucraina".
La guerra in Ucraina potrebbe essere arrivata a una svolta cruciale: mentre gli Stati Uniti valutano la possibilità di fornire alle truppe di Kiev "armamento difensivo e sistemi" Germania e Francia, per conto dell'Unione Europea, tenteranno di giocare la carta della diplomazia con Mosca, nel tentativo di raggiungere al più presto una pace duratura basata su condizioni accettabili da tutte le parti, in primis quella dell'"integrità territoriale del Paese", che tuttavia rappresenta proprio uno dei nodi fondamentali del conflitto. John Kerry, segretario di Stato Usa, ha invece minacciato l'invio di "armi letali" all'esercito. Sul tavolo, tuttavia, anche la possibilità di richiedere l'invio dei Caschi Blu delle Nazioni Unite nella regione del Donbass.
In questo quadro la Russia ha immediatamente bocciato la posizione statunitense: l'invio di armi a Kiev rappresenterebbe un "danno colossale" nelle relazioni tra Mosca e Washington. Sulla stessa lunghezza d'onda l'Italia, che pur avendo ribadito al sua fedeltà alla Nato ha fatto sapere – al termine di un vertice in seno all'Alleanza Atlantica – che l'invio di armi all'esercito "in un momento in cui c'è un'escalation sarebbe una misura che ulteriormente la rafforza, un incentivo all'aumento della temperatura". Se per le armi le truppe potrebbero dover attendere, quel che appare certo è il supporto di uomini della Nato: 5mila uomini sarebbero pronti a offrire supporto a Kiev in "risposta all'azione aggressiva della russia che ha violato la legge internazionale e annesso la crimea", ha spiegato il segretario generale dell'alleanza, Jens Stoltenberg.
Di fronte a questa prospettiva Putin non ha potuto fare altro che richiamare riservisti. La guerra in Ucraina ha finora provocato 5mila morti, 19 dei quali solo nelle ultime ore. Si combatte nell'area orientale del paese, in particolare intorno allo snodo ferroviario che collega Lugansk e Donetsk, assediata dagli indipendentisti della Repubblica Popolare.