Guerra in Ucraina, Nigeria denuncia razzismo: “A nostri cittadini vietato lasciare il Paese”
In queste drammatiche ore in cui centinaia di migliaia di ucraini stanno cercando di lasciare il Paese in ogni modo, la stessa possibilità sarebbe stata negata a residenti di origine africana, che sarebbero stati respinti al confine o obbligati a cedere il proprio posto su autobus e treni. Lo denuncia il governo della Nigeria, con un comunicato stampa diffuso tramite l'account ufficiale Twitter dopo le diverse segnalazioni pervenute e in alcuni casi mostrate anche con video pubblicati sui social.
Il Governo nigeriano ricorda che oggi in Ucraina sono presenti circa 4mila cittadini nigeriani, che si sono trasferiti in Europa e sono iscritti alle università, in molti casi alla facoltà di Medicina. "Siamo orgogliosi di coloro che sono stati istruiti a Kiev, a Kharkiv e in altre città e che sono tornati in Nigeria per svolgere un ottimo servizio per la nostra nazione e il nostro popolo – scrive il Governo – senza la generosità di spirito del popolo ucraino ciò non sarebbe stato possibile".
A molti cittadini nigeriani, però, sarebbe stato impedito di lasciare l'Ucraina. "Ci sono state segnalazioni di polizia e personale di sicurezza ucraini che si sono rifiutati di consentire ai nigeriani di salire a bordo degli autobus e dei treni diretti al confine con la Polonia – prosegue il Governo della Nigeria – in un video ampiamente diffuso sui social media una madre nigeriana col suo bambino piccolo è stata filmata mentre veniva costretta fisicamente a cedere il suo posto a un'altra persona. Un gruppo di studenti nigeriani, a cui è stato più volte rifiutato l'ingresso in Polonia, ha concluso di non avere altra scelta che attraversare di nuovo l'Ucraina e tentare di uscire dal Paese attraversando il confine con l'Ucraina".
"È fondamentale – conclude la Nigeria – che tutti siano trattati con dignità e senza favoritismi. Tutti quelli che scappano da una guerra hanno lo stesso diritto a un passaggio sicuro ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite e non dovrebbero fare alcuna differenza il colore del passaporto o della pelle".