Guerra in Ucraina, lo chef che sostiene la resistenza sfornando il pane per la sua città
Da quando l'Ucraina ha subito il primo attacco da parte della Russia, lo scorso 24 febbraio, sono state diverse le reazioni delle cittadini e delle cittadine ucraine: se alcuni hanno deciso di scappare, altri sono rimasti a combattere per il proprio Paese. Altri ancora, però, hanno deciso di rimanere senza imbracciare fucili, impugnare pistole o fabbricare bombe molotov, ma aiutando il proprio popolo continuando a fare il suo mestiere. È questo il caso di Pavlo Servetnyk, famoso chef ucraino di 28 anni, vincitore dell'edizione 2019 di Masterchef Ucraina e gestore di una pizzeria nel centro di Kherson, che dal giorno dell'attacco ha iniziato a sfornare pagnotte gratis.
Dal 24 febbraio, infatti, lo chef ha iniziato a lavorare 20 ore al giorno, per poter garantire il nutrimento ai suoi concittadini e alle sue concittadine. Come ha dichiarato alla Cnn lo scorso martedì, infatti, ogni giorno sforna migliaia di pagnotte, le carica nel suo camion o sull'automobile e le distribuisce alla popolazione della sua città.
Una resistenza senza combattimento
La città in cui vive e lavora Pavlo Servetnyk, Kherson, è stato il primo grande e strategico centro a cadere con l'avanzata russa e anche le scorte alimentari, adesso, iniziano a scarseggiare. Per questo lo chef, insieme agli altri fornai che non sono scappati, ha reinventato la sua attività, trasformando la pizzeria in una panetteria che ogni giorno produce migliaia di pagnotte. "Non c'era pane, eravamo al collasso", ha dichiarato alla Cnn. "Non siamo scappati, non ce ne siamo andati, ma abbiamo iniziato a salvare le persone nel miglior modo possibile", ha continuato, dopo aver raccontato la decisione, presa insieme ai propri genitori, di restare nella propria città nonostante la guerra.
Quando, però, ha sentito degli spari vicino casa sua, ha capito che sul campo di battaglia non sarebbe stato in grado di reagire, sarebbe rimasto immobile, terrorizzato e, probabilmente, sarebbe stato ucciso: "Dopo aver sentito questo boato, ho capito che ognuno deve occuparsi dei propri affari – ha detto – I militari dovrebbero combattere e i fornai dovrebbero cuocere il pane e aiutare le persone".
Il lavoro di Pavlo Servetnyk, adesso, comincia all'alba, quando realizza le prime pagnotte che poi, nella mattinata, consegna gratuitamente negli orfanotrofi o agli anziani che vivono in periferia. Dopodiché torna di nuovo ad impastare e infornare il pane, da mezzogiorno fino a tarda notte: "Mi fanno male tutte le parti del corpo, mi fanno male i polsi e non riesco neanche ad aprire una porta. Ecco perché è difficile."
Consegnare il pane comporta un pericolo
Nella città di Kherson la maggior parte degli abitanti è fuggita o resta in casa, per paura di essere fermata dalle truppe russe che hanno istituito posti di blocco nelle strade della città: è proprio per questo che ogni viaggio che Servetnyk compie per consegnare il pane, comporta un enorme rischio per lo chef. Ma lui sa che senza il suo pane, molti degli abitanti morirebbero di fame.
Ad aiutarlo in questo suo progetto solidale anche tanti donatori da tutto il mondo che contribuiscono alle spese come, ad esempio, quella del carburante e i negozianti che gli procurano farina, lievito, acqua e sale – questi sono gli ingredienti del suo pane della vittoria: nei loro negozi, però, restano scorte soltanto per le prossime due settimane.