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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, la Casa Bianca annuncia: “Fondi finiti, bloccati gli aiuti militari a Kiev”

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa ha annunciato che gli Stati Uniti hanno “interrotto l’assistenza militare all’Ucraina nella guerra contro la Russia” perché i fondi stanziati sono finiti, intanto a Washington proseguono i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti. Il Congresso dovrà finalizzare il testo entro il 19 gennaio, quando scatterebbe il primo parziale shutdown.
A cura di Eleonora Panseri
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Gli Stati Uniti hanno "interrotto" l'assistenza militare all'Ucraina nella guerra contro la Russia perché i fondi stanziati dal Congresso sono finiti. Lo ha annunciato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby e le sue parole rendono più deboli speranze di Kiev che potrebbe anche non riuscire più ad assicurare al Paese invaso nuove forniture militari da parte dei partner occidentali.

Intanto, a Washington proseguono i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti, che potrebbe dipendere anche dalle misure di sicurezza al confine col Messico contro la crisi migratoria, e intento il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha concluso proprio con un appello a più forti sostegni militari la sua recente missione nei Paesi baltici, i più convinti nell'ambito dell'Unione europea dell'esigenza, e della possibilità, di puntare a una vittoria ucraina sul campo. Il Congresso americano ha una settimana di tempo per negoziare le voci della spesa pubblica, tra cui nuovi aiuti all'Ucraina, e finalizzare il testo entro il 19 gennaio, quando scatterebbe un primo parziale shutdown.

La replica di Zelensky: "Ogni pausa aiuta l'invasione russa"

Per Zelensky che qualsiasi "pausa" nella difesa dell'Ucraina contro l'invasione russa aiuterebbe solo Mosca a riarmarsi e le permetterebbe di "schiacciare" l'Ucraina. Dall'Estonia il leader ucraino ha cercato così di fugare ogni tentazione in campo occidentale di accettare un cessate il fuoco che comporti un congelamento delle posizioni sul terreno.

Pertanto, ha sottolineato, i leader europei devono mantenere l'impegno a fornire "il milione di munizioni promesse l'anno scorso", e allo stesso tempo Kiev chiede anche ulteriori concrete garanzie sulla futura adesione dell'Ucraina alle strutture della Nato e dell'Ue. Il presidente ucraino ha riservato anche un rimprovero alle migliaia di uomini che hanno l'età per essere mobilitati e combattere al fronte ma hanno preferito riparare all'estero.

Pentagono: "Persa traccia di più di 1 miliardo di dollari di aiuti a Kiev"

Secondo un rapporto dell’Ufficio dell’ispettore generale del Pentagono, il dipartimento della Difesa statunitense, il 59% degli 1,7 miliardi di dollari in equipaggiamenti militari che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina e che erano destinati ad essere protetti da abusi o furti sono rimasti “scoperti”. Ci sarebbero quindi state alcune carenze nel monitoraggio da parte dei funzionari statunitensi che avrebbero impedito agli Usa di monitorare la destinazione di più di 1 miliardo di dollari in armi ed equipaggiamenti militari forniti all'Ucraina.

L’amministrazione Biden ha ribattuto che non ci sono prove che le armi siano state rubate, mentre l’audit mette in discussione due anni di rassicurazioni da parte della Casa Bianca, secondo la quale un monitoraggio rigoroso avrebbe impedito che gli aiuti militari statunitensi forniti all’Ucraina venissero utilizzati in modo improprio. I risultati dell'indagine renderanno probabilmente ancora più complicato il compito del presidente Joe Biden, che sta già lottando per ottenere l’approvazione del Congresso per ulteriori aiuti militari e finanziari alle forze ucraine, impegnate nella guerra contro la Russia. L'opposizione repubblicana alla Camera ha bloccato da mesi la richiesta di Biden al Congresso di 105 miliardi di dollari in più per Ucraina, Israele e altri obiettivi di sicurezza nazionale.

Medvedev torna a parlare di olocausto nucleare

Nel frattempo, l'ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale Dmitry Medvedev è tornato a mettere in guardia l'Occidente rispetto ai rifornimenti di missili a lungo raggio all'Ucraina, dicendo che, nel caso in cui questa eventualità si verificasse, Mosca sarebbe autorizzata a rispondere con armi atomiche.

Le autorità ucraine hanno detto che le forze militare russe nella giornata di ieri, giovedì 11 gennaio, avrebbero attaccato su 7 fronti, lanciando tre attacchi aerei e 16 con sistemi missilistici a lancio multiplo sulle posizioni delle truppe ucraine e sulle aree popolate. In totale, gli scontri sarebbero stati 64. Mentre nella notte tra mercoledì e giovedì due missili S-300 russi hanno colpito a Kharkiv un hotel dove sono rimaste ferite 11 persone, tra le quali alcuni giornalisti. Secondo la polizia, uno è un reporter turco. Continuano anche gli attacchi di droni ucraini in territorio russo. Le autorità di Mosca affermano che velivoli senza pilota sono stati abbattuti sulle regioni di Rostov, Tula, Voronezh e Kaluga.

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