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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, il Cremlino accusa la NATO: “Ha aiutato Kiev con l’offensiva nella regione di Kursk”

Il consigliere del presidente russo Vladimir Putin, Nikolai Patrushev, ha dichiarato che la NATO sarebbe direttamente coinvolta nella pianificazione dell’attacco delle truppe di Kiev nella regione di Kursk. L’esercito ucraino al momento avrebbe conquistato 82 insediamenti nell’oblast, dove dal 6 agosto le truppe stanno avanzando in un’incursione su larga scala.
A cura di Eleonora Panseri
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Il Cremlino accusa la Nato di aver contribuito all'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk. Il consigliere del presidente Vladimir Putin, Nikolai Patrushev, ha dichiarato che l'alleanza militare guidata dagli Stati Uniti e l'Occidente sono direttamente coinvolti nella pianificazione dell'attacco delle truppe di Kiev.

In un'intervista rilasciata al quotidiano Izvestia, Patrushev ha affermato che le dichiarazioni degli Stati Uniti, secondo cui non sarebbero stati coinvolti nell'attacco, non sono vere. “L'operazione nella regione di Kursk è stata pianificata anche con la partecipazione della NATO e dei servizi speciali occidentali”, ha dichiarato Patrushev.

“Le dichiarazioni dei vertici statunitensi, secondo cui non sarebbero coinvolti nei crimini di Kiev nella regione di Kursk, non sono vere. Senza la loro partecipazione e il loro sostegno diretto, Kiev non si sarebbe avventurata in territorio russo”, ha aggiunto.

La Casa Bianca nei giorni scorsi ha dichiarato che l'Ucraina non ha avvisato in anticipo della sua incursione e che Washington non ha avuto alcun coinvolgimento nell'operazione. Il ministero della Difesa russo ha pubblicato un filmato che mostra le armi statunitensi sul territorio sovrano russo a Kursk.

Kiev: "Conquistati 82 insediamenti e 1.150 chilometri quadrati in territorio russo"

Secondo il capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrsky, l'esercito di Kiev al momento avrebbe conquistato 82 insediamenti e 1.150 chilometri quadrati della regione russa di Kursk, dove dal 6 agosto le truppe stanno avanzando in un'incursione su larga scala.

"In totale, dall'inizio delle operazioni nella regione di Kursk, le nostre truppe sono avanzate di 35 chilometri nell'entroterra", ha detto durante un incontro con il presidente Volodymyr Zelensky, aggiungendo che la situazione sarebbe "sotto controllo".

Il presidente ucraino ha riferito che le truppe di Kiev avrebbero preso il pieno controllo della città russa di Sudzha, che prima della guerra aveva una popolazione di 5mila persone e contiene infrastrutture che pompano il gas russo verso l'Europa.

Mosca non ha confermato la versione di Kiev e ha fatto sapere che l'esercito russo ha ripreso il controllo del villaggio di Krupets, che si trova nella regione di Kursk.

Proseguono i combattimenti: respinto attacco con droni a Kiev

Intanto, proseguono i combattimenti anche sugli altri fronti della guerra. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che che le difese aeree e le forze della sua marina militare hanno distrutto stanotte nel Mar Nero cinque droni aerei e due marini ucraini che tentavano di avvicinarsi alla Crimea. I media di Kiev hanno riferito da parte loro di esplosioni in diverse città della penisola contesa, con un incendio segnalato vicino Kerch.

L'amministrazione militare di Kiev ha fatto sapere inoltre che le difese aeree della capitale Ucraina hanno respinto stanotte con successo un attacco di droni partiti dalla regione russa di Kursk. In un post su Telegram citato dai media di Kiev, le autorità ucraine specificano che non si registrano danni o vittime in seguito all'attacco russo sulla capitale.

Il presidente bielorusso Lukashenko: "Ucraina e Russia trattino per la pace"

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko nelle scorse ore è tornato a esortare Ucraina e Russia a "sedersi al tavolo dei negoziati e porre fine" alla guerra, ma anche a minacciare l'uso di armi nucleari tattiche nel caso in cui i confini della Bielorussia fossero violati dal nemico.

In una intervista all'emittente di stato russa Vgtrk, Lukashenko afferma che ad "avere bisogno" di questo conflitto è solo l'Occidente e non i popoli ucraino e russo. "Non vogliamo un'escalation e una guerra contro l'intera Nato, ma se si arriva a questo non avremo altra scelta: non appena qualcuno oltrepasserà il confine di Stato la risposta sarà immediata", dice il presidente bielorusso. "Non useremo alcuna arma finché non metteranno piede sul nostro" territorio, ha aggiunto Lukashenko.

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