Guerra in Ucraina, il presidente Zelensky: “Siamo pronti alla controffensiva, ce la faremo”
"Siamo pronti per la controffensiva. Vorremmo avere certe condizioni, ma non possiamo aspettare per mesi". Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, lo ha annunciato in un'intervista al quotidiano statunitense Wall Street Journal. "Crediamo fermamente che ci riusciremo. Non so quanto tempo ci vorrà. Ad essere onesti, può andare in diversi modi, completamente diversi. Ma lo faremo e siamo pronti".
Zelensky: "Ci servono sistemi antimissile Patriot e jet da combattimento"
Il presidente ucraino ha ribadito anche la necessità del suo Paese di ottenere armamenti più avanzati, perché "tutti sanno che lanciare una controffensiva senza avere la superiorità aerea è molto pericoloso". La richiesta sarebbe, soprattutto, quella di ricevere i sistemi antimissile Patriot: "L'unica arma al mondo che può fermare certi tipi di attacchi, che oggi colpiscono scuole, ospedali, infrastrutture e centrali energetiche in Ucraina, è il Patriot", ha detto.
"Questa è la verità: con circa 50 Patriot, per la maggior parte si eviterebbero i morti. Immaginate la sensazione di un soldato che sa di non avere un tetto di protezione sulla testa, e non capisce perché i Paesi confinanti ce l'hanno". Il discorso vale anche per la richiesta di jet da combattimento: "Se tutti sanno che è importante la difesa aerea, perché c'è un problema a darci aerei moderni? Qual è il problema?".
"Ingresso nella Nato? Vorremmo essere menzionati al prossimo summit"
Zelensky ha chiesto che i suoi alleati vedano il presidente russo, Vladimir Putin, "come un animale messo all'angolo, che ha paura di perdere la vita. Deve avere paura della forza del mondo". Le sue "costanti minacce sulle armi nucleari, in stile Unione sovietica", secondo Zelensky sono "i segni di un uomo debole. Lui capisce il potere: se vogliamo isolare la Federazione russa, bisogna farlo con forza, usando il potere".
Il presidente ucraino ha anche commentato le elezioni presidenziali che si terranno negli Stati uniti a novembre 2024: "Voglio che la guerra finisca il prima possibile, e questo a prescindere dalle amministrazioni degli Stati Uniti", ha detto, aggiungendo però che "Biden ci ha aiutato più di Trump". Anche se "devo riconoscere che durante il mandato di Trump non c'era una vera e propria guerra e non so come lui avrebbe reagito". Zelensky ha comunque commentato alcune dichiarazioni di Donald Trump: "Non l'ho capito quando ha detto ‘in 24 ore porterei Putin e Zelensky a un tavolo di trattative'. Avrebbe potuto farlo, già durante la sua presidenza i nostri territori erano occupati. Ma non è successo".
Infine, Zelensky è tornato sull'ingresso nella Nato: "Per entrarci è troppo tardi ora, avremmo dovuto farlo 15 anni fa. Non ci entreremo durante la guerra, lo sappiamo. Ma durante il summit di Vilnius (11 e 12 luglio, ndr) vorremmo essere riconosciuti. Quante vite salverebbe, dire la frase ‘l'Ucraina sarà nella Nato alla fine di questa guerra'? Ma non so se questa frase arriverà".
A Kherson feriti due bambini: sono 998 dall'inizio della guerra, 484 i morti
Nel frattempo, sul terreno del conflitto, sono continuati i bombardamenti. Al confine vicino a Kharkhiv, con un attacco avvenuto alle 4.30 del mattino, si è registrato un morto, un uomo di 67 anni.
Nella regione di Kherson, e in particolare nel villaggio di Zahorianivka, i missili hanno ferito cinque persone, tra cui due bambini. Il governatore della regione, Oleksandr Prokudin, ha dichiarato che "un bambino di 13 anni ha ferite da schegge agli arti. Il più piccolo, di 10 anni, è stato ferito allo stomaco. La tragedia è avvenuta nel cortile dove stavano giocando i ragazzi". I due sono stati portati in ospedale e "la loro condizione è abbastanza grave. I medici forniscono tutta l'assistenza necessaria. Il ragazzo più grande è stato operato".
Secondo il procuratore generale di Kiev, dall'inizio del conflitto sono 998 i bambini feriti, con danni "di vario grado e gravità". Sono 484, invece, i bambini che sono stati uccisi da quando è iniziata la guerra.
‘Partigiani' russi a Belgorod: "Apriamo corridoi umanitari per chi vuole andare in Ucraina"
"Vista la minaccia per i civili, abbiamo concordato con il comando ucraino l'apertura di corridoi umanitari per i residenti di Belgorod che stanno soffrendo a causa dei bombardamenti dell'esercito del regime". Il messaggio arriva dal gruppo di dissidenti russi, ‘partigiani' filo-ucraini, organizzati nel gruppo Legione Libertà della Russia. "Chiunque abbia bisogno di aiuto per consenso volontario può essere evacuato in profondità in Ucraina", hanno scritto su Telegram.
"L'esercito di Putin continua il suo caotico bombardamento della regione di Belgorod", una regione russa, "cercando di colpire le nostre forze in ogni modo", e "incurante delle vittime civili", ha scritto il gruppo. "Già oggi ci sono stati colpi di artiglieria sugli insediamenti di Shebekino, Novaya Tavolzhanka, Murom e altri…".
Intelligence Uk: "Esercito russo ora meno flessibile per reagire alle sfide sul campo"
Dall'intelligence britannica, secondo quando riportato dal ministero della Difesa Uk, emerge che i paracadutisti dell'esercito russo sono "molto degradati dal loro status di élite" rispetto alla situazione "pre-invasione". Insomma, sono sempre meno preparati, anche se "probabilmente" alcune "unità ancora relativamente capaci" vengono tenute "come riserva" da parte del comando russo. Il fatto che così tante forze d'élite siano state necessarie per mantenere la linea del fronte a Bakhmut, però, rende "probabile che l'intera forza russa sia meno flessibile nel reagire alle sfide operative".