Guerra in Ucraina, i russi conquistano Avdiivka, Zelensky: “Ritiro per salvare vite dei soldati”
La città di Avdiivka, nella regione del Donetsk, è definitivamente persa dagli ucraini. Le truppe di Zelenksy si sono ritirate "per evitare l'accerchiamento e per preservare la vita e la salute dei militari". Lo scrive sulla propria pagina Facebook il neo-comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrskyi.
I soldati dell'esercito russo hanno subito issato bandiere nel cuore della città per quella che è sicuramente una delle più importanti vittoria simbolica di Putin dopo il fallimento della controffensiva ucraina della scorsa estate.
Oleksandr Tarnavskyi, comandante del gruppo operativo-strategico delle truppe ‘Tauria' ha scritto che, in conformità con l'ordine ricevuto, le truppe hanno lasciato Avdiivka: "In una situazione in cui il nemico avanza sui cadaveri dei propri soldati con un vantaggio di dieci a uno in termini di proiettili, sotto costante bombardamento, questa è l'unica decisione corretta".
Putin aveva dato ordine ai suoi generali di conquistare la città del Donetsk prima delle elezioni presidenziali di marzo. L'esercito ucraino ha parlato di "inferiorità numerica in termini di truppe, artiglieria e aerei". "Se necessario, i difensori di Avdiivka si sposteranno su nuove posizioni. Purtroppo diversi nostri soldati sono stati catturati", ha aggiunto Tarnavsky.
Il ritiro dell'esercito ucraino da Avdiivka è stata una "decisione giusta" per "salvare quante più vite possibili", ha poi detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. "È stata una decisione logica giusta e professionale quella di salvare quante più vite possibile", ha affermato.
Il leader ucraino ha poi parlato anche di Putin: "Dobbiamo rendere la sicurezza nuovamente una realtà. L'anno 2024 richiede una reazione da parte di tutti noi. Se non agiamo, Putin renderà i prossimi anni catastrofici anche per altre nazioni". E ancora: "Putin ha solamente due opzioni: finire all'Aia (presso la Corte penale internazionale) o essere ucciso da una delle persone che lo circondano e che ora uccidono per lui".