Guerra in Siria, i tragici numeri di Save the Children: muoiono 37 innocenti al giorno
La Siria si conferma il luogo più terribile per i bambini. A punto di compiersi sette anni dall'inizio della guerra, i numeri diffusi da Save the Children fanno impressione. Più di due milioni di persone, di cui la metà sono bambini, continuano a vivere in aree difficilmente raggiungibili o assediate, senza la possibilità di ricevere aiuti umanitari, in cui viene sistematicamente impedito l’accesso ai convogli che portano cibo e medicine. Continua a crescere il numero di bambini malnutriti, mentre i pochi medici rimasti sono costretti ad operare in condizioni difficilissime, riutilizzando bendaggi su più pazienti, perché non è rimasto più nulla. Nelle de-escalation zone – stabilite dagli accordi tra Iran, Turchia e Russia per avviare i negoziati di pace – ogni giorno almeno 37 civili sono uccisi, ogni 2 giorni viene attaccata un’ambulanza e ogni 3 un operatore sanitario viene colpito.
Nel suo rapporto “Voci dalle aree del pericolo”, l’organizzazione umanitaria ha voluto alzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle terribili condizioni di vita dei bambini intrappolati nel conflitto. Una fotografia implacabile che ritrae la sofferenza dei più piccoli, testimoni e vittime innocenti della guerra. E così emerge che il 2018 è iniziato nel peggiore dei modi con oltre 600 persone uccise in due settimane solo nella Ghouta orientale, l’area a est di Damasco sotto attacco dell’esercito di Assad e dei suoi alleati. Save the Children, grazie alle testimonianze raccolte sul campo, ha voluto denunciare quanto sta accadendo realmente nelle cosiddette “de-escalation zone”, in cui non avrebbero dovuto esserci bombardamenti e dove gli aiuti umanitari avrebbero dovuto accedere liberamente. Ma la realtà è ben diversa – sottolinea l’Ong – e nelle aree di Idlib e della Ghouta orientale, si continua a morire.
I bombardamenti fanno ormai parte della vita quotidiana di migliaia di bambini siriani. “Prima dell’inizio della guerra, qui i bambini vedevano gli aerei volare nel cielo e sognavano di prenderne uno per viaggiare. Ora invece per loro è diventata una fobia. Quando vedono un aereo pensano che li ucciderà. E ci sono i razzi-elefanti, li chiamano così perché emettono un suono simile a quello di un elefante. Quando gli insegnanti a scuola chiedono ai bambini di disegnare qualcosa, alcuni di loro disegnano elefanti volanti che cadono a terra e distruggono ogni cosa”, racconta un papà che vive nella Ghouta orientale.
Bambini che non vedono la luce del sole da settimane perché costretti a vivere in rifugi per scampare dalle bombe. Migliaia di famiglie con figli piccoli – prosegue Save the Children – passano giorni e notti a nascondersi nel sottosuolo: ad Arbin, una delle città della Ghouta orientale, ci sono 1.400 famiglie che vivono in una rete di 75 scantinati e rifugi sotterranei, più della metà senza acqua, servizi igienici o sistemi di ventilazione. Una condizione che rende i bambini vulnerabili alla diffusione di malattie. Secondo le testimonianze riportate dagli operatori sanitari, “molte famiglie vivono come se fossero agli arresti domiciliari in piccoli scantinati umidi con scarsa illuminazione, come fossero in una tomba”. Rifugi sotterranei dove si trovano anche centinaia di malati con gravi patologie e che richiedono un'evacuazione immediata.
L’assedio da parte dell’esercito siriano alla Ghouta orientale dura ormai da sei anni e a pagare le conseguenze più terribili sono proprio i più piccoli. I tassi di malnutrizione infantile ora sono i più alti mai registrati durante il conflitto in Siria, quasi sei volte più alti di un anno fa. Molti bambini mangiano solo un pasto al giorno, spesso una dieta a base di riso e lenticchie fornita da organizzazioni umanitarie locali, ma sono tanti i bimbi che non hanno neppure quello e così le famiglie sono costrette a far mangiare i propri figli a turno, un giorno uno e un giorno l’altro. "Vediamo la felicità e la gioia sui volti dei bambini quando ricevono solo un biscotto”.
I continui attacchi alle scuole in questi 7 anni di guerra hanno gravemente colpito il sistema educativo interrompendo l'apprendimento di un’intera generazione, come testimonia una valutazione di Save the Children. Circa il 43% delle scuole in Siria non funziona più. Nella Ghouta orientale, in particolare, più di 60 scuole sono state colpite dai bombardamenti nei primi due mesi del 2018, almeno 18 sono state completamente rase al suolo e più di 57.000 alunni hanno dovuto interrompere o abbandonare la scuola. Le lezioni sono tenute con insegnanti e allievi costantemente al limite, che trascorrono il tempo ascoltando con terrore il suono degli aerei e dei missili sopra la loro testa.
"I bambini della Siria sono stati traditi dal mondo per troppo tempo. Quasi tre milioni di bambini sono nati e cresciuti senza conoscere altro che la guerra. Nonostante le recenti promesse di un cessate il fuoco, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza è stata platealmente ignorata e violata in poche ore. I bambini vengono ancora bombardati nelle loro case, a scuola o negli ospedali”, dichiara Filippo Ungaro, il direttore della comunicazione di Save the Children. “Le famiglie si nascondono negli scantinati e da mesi non hanno accesso a cibo e aiuti sanitari, che vengono invece usati come un’arma di guerra”, prosegue Ungaro. “All'unico convoglio umanitario che è potuto accedere all'area sono state sottratte la maggior parte delle forniture mediche prima che potessero essere consegnate e a causa della violenza nelle aree circostanti. Non un solo bambino malato è stato evacuato come previsto dalla risoluzione”. Secondo le Nazioni Unite, nella Ghouta orientale ci sono più di 1.000 persone che richiedono un'evacuazione medica urgente, la maggior parte di loro sono donne e bambini.
“La comunità internazionale – conclude Ungaro – non può tollerare oltre e lasciare che una generazione di bambini soffra in questo modo. Deve usare la propria influenza per garantire un immediato cessate il fuoco e costringere le parti in conflitto a negoziare la fine duratura di una guerra che ha distrutto così tante vite”.