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Guerra in Siria e Iraq, la minaccia chimica dell’Isis per non perdere Raqqa e Mosul

Lo Stato Islamico si starebbe riorganizzando per stabilire una nuova “capitale” a cavallo del confine tra Siria e Iraq.
A cura di G. L.
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la bandiera dello Stato Islamico
la bandiera dello Stato Islamico

Stando a quanto riportano fonti dell’intelligence statunitense, lo Stato Islamico sarebbe impegnato nella creazione di un gruppo militare esperto di armi chimiche. La nuova formazione dovrebbe raccogliere i migliori soldati attualmente impiegati dai campi di battaglia di Siria e Iraq per creare ordigni che possano evitare al califfo Abu Bakr al-Baghdadi di perdere la “capitale” siriana Raqqa e la roccaforte irachena Mosul.

Alla ricerca di una nuova capitale

A riferirlo è la Cnn, che sarebbe venuta a conoscenza di fonti informate sulla formazione di una squadra di tecnici che non avevano mai lavorato insieme fino ad ora. Il nuovo gruppo avrebbe la propria base nella valle dell’Eufrate, tra Mayadin e Qasim, nei pressi della frontiera siro-irachena. Le autorità statunitensi che monitorano l’area hanno notato che un numero crescenti di militari di grado superiore dello Stato Islamico sta abbandonando Raqqa per essere ricollocato nel luogo dove si troverebbe la nuova base specializzata in armi chimiche.

Sempre secondo la Cnn, lo Stato Islamico si sta riorganizzando per collocare la sua nuova capitale in quest’area in caso di perdita definitiva della città di Raqqa, assediata dalle Forze Democratiche Siriane e dai curdi dell’Ypg, entrambi appartenenti alla coalizione statunitense schierata contro il Califfo.

L'Isis ha già usato armi chimiche

Ryan Dillon, portavoce della coalizione, non ha confermato le indiscrezioni trapelate ma ha dichiarato alla Cnn che l’Isis ha già “usato agenti chimici di basso grado” in passato e anche che “è disposto ad usare le armi chimiche”. Stando a quanto dichiarato da alcuni funzionari militari intervistati dall’emittente statunitense, dallo scorso 14 aprile sono stati più di 15 gli attacchi con armi chimiche registrati nella zona di Mosul.

Il rischio è che i soldati in nero dello Stato Islamico stia sperimentando e facendo pratica per migliorare le proprie competenze e impiegarle contro i suoi nemici sul campo di battaglia o contro i civili. La notizia giunge a breve distanza dall’ultimo attacco dello Stato Islamico su un villaggio in mano alle forze lealiste siriane della provincia di Hama, che ha causato 50 vittime.

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