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Crisi nel Mar Rosso

Guerra in Medioriente, nuovi attacchi Usa contro obiettivi Houthi in Yemen: “Azioni necessarie”

Nuovo raid Usa nella notte contro i ribelli dello Yemen sostenuti dall’Iran, gli Houthi: “Azioni necessarie, proporzionate, rispettose della legge internazionale”. Guterres (Onu) richiamo alla calma: “Evitare escalation”.
A cura di Ida Artiaco
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Resta altissima la tensione in Medioriente. A rendere ancora più esplosiva la situazione già difficile tra Hamas e Israele, c'è quella tra Usa e Houthi. Nelle scorse ore gli Stati Uniti hanno lanciato un nuovo attacco contro i ribelli dello Yemen sostenuti dall'Iran, come ha confermato lo stesso Comando militare centrale Usa (Centcom).

"Le forze americane hanno effettuato un attacco contro un sito radar nello Yemen" intorno alle 3:45 ora locale di sabato 13 gennaio (l'1.45 in Italia). Si tratterebbe quindi di un'infrastruttura strategica. "Questo attacco è stato condotto dalla Uss Carney (DDG 64) con missili Tomahawk da attacco terrestre ed è stato un'azione successiva su un obiettivo militare specifico associato agli attacchi effettuati il 12 gennaio per ridurre la capacità degli Houthi di attaccare i trasporti marittimi, compresi quelli commerciali", si legge su X, già Twitter.

Il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, come riportano i media internazionali, ha affermato che "gli attacchi statunitensi nello Yemen, incluso quello della notte scorsa contro una base militare a Sanaa, non hanno avuto un impatto significativo sulle capacità degli Houthi di continuare a impedire alle navi commerciali di passare attraverso il Mar Rosso e il Mar Arabico".

Il presidente Joe Biden era stato chiaro: ci sarebbero stati nuovi attacchi qualora i ribelli non avessero fermato il fuoco nel Mar Rosso. Secondo quanto si è appreso, l'esercito americano avrebbe infatti colpito un obiettivo che metteva a rischio le navi commerciali nel Mar Rosso. Da mesi, i ribelli armati dello Yemen stanno infatti ostacolando il passaggio di imbarcazioni occidentali in quella zona, in risposta alla guerra a Gaza.

A sostegno del nuovo raid è intervenuta anche l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield: "Le azioni intraprese con la Gran Bretagna e il sostegno di alcuni altri Paesi contro le basi militari degli Houthi in Yemen sono state necessarie, proporzionate, rispettose della legge internazionale e nell'esercizio del diritto all'autodifesa garantito dall'articolo 51 della Carta Onu", ha detto alla riunione del Consiglio di Sicurezza sulla situazione nel Mar Rosso. "Nessuno è immune dagli effetti degli attacchi degli Houthi, nessuno, neppure la Russia – ha aggiunto – tutte le nostre navi sono vulnerabili".

Il riferimento a Mosca è dovuto al fatto che sempre nel corso della riunione urgente del Consiglio di Sicurezza l'ambasciatore russo all'Onu Vassily Nebenzia ha denunciato la "palese aggressione" da parte di Usa e Regno Unito sul territorio dello Yemen: "Non ha nulla in comune con l'auto difesa".

A calmare le acque ci ha provato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha invitato tutte le parti a evitare un’escalation nel Mar Rosso. "Il Segretario generale invita tutte le parti coinvolte a non aggravare ulteriormente la situazione, nell'interesse della pace e della stabilità nel Mar Rosso e nella regione in generale", ha dichiarato il suo portavoce, Stephane Dujarric.

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