Guerra in Medio Oriente, nuovi attacchi di Israele all’Unifil: demolita una torre di osservazione
Ancora attacchi di Tel Aviv verso l'Unfil, la missione di pace delle Nazioni Unite impegnata in Libano. Poco fa l'esercito israeliano ha abbattuto una "torre di osservazione" a Marwahin, lungo il confine con Israele.
"Oggi un bulldozer dell'Idf ha deliberatamente demolito una torre di osservazione e la recinzione perimetrale di una postazione Onu a Marwahin", ha fatto sapere l'Unifil con un comunicato. "Ancora una volta, ricordiamo all'Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l'inviolabilità delle sedi Onu in ogni momento. Ancora una volta, notiamo che violare una posizione delle Nazioni Unite e danneggiare i beni dell'Onu è una flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Inoltre, mette in pericolo la sicurezza e l'incolumità delle nostre forze di pace, in violazione del diritto umanitario internazionale", hanno aggiunto i caschi blu.
"L'Idf – si legge ancora nella nota – ha ripetutamente chiesto all'Unifil di abbandonare le sue posizioni lungo la Linea Blu e ha deliberatamente danneggiato le posizioni delle Nazioni Unite. Nonostante le pressioni esercitate sulla missione e sui nostri Paesi contributori di truppe, le forze di pace rimangono in tutte le posizioni. Continueremo a svolgere i nostri compiti di monitoraggio e di segnalazione".
Sui ripetuti attacchi dell'Idf nei confronti delle postazioni dei peacekeepers dell'Onu, è intervenuto ance il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti. Ospite di Che Tempo che Fa, Tenenti ha confermato l'accaduto."Il perimetro della base della torretta è stato attaccato con un bulldozer in maniera molto visibile e deliberata. È l'ultimo dei vari attacchi che abbiamo subito in questi giorni dalle forze armate israeliane dopo che ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni al sud del Paese", ha detto.
Il portavoce ha ribadito che "è importante restare, ancora più oggi di prima, monitorare la situazione, anche assistere ed aiutare la popolazione civile, ma da quando abbiamo deciso di rimanere nelle nostre posizioni abbiamo subito, credo, il sesto o settimo attacco deliberato contro la missione".
Tenenti dunque, ha escluso il ritiro dalle postazioni nel sud del Libano, nonostante la richiesta da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Abbiamo deciso di restare, siamo con un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", ha detto sottolineando che gli attacchi ai caschi blu sono "assolutamente preoccupanti" e "devono essere condannati".
La situazione del contingente in Libano "è sicuramente molto grave però continuiamo a dire che la soluzione militare non è una soluzione. È una soluzione solamente a breve termine. Bisogna trovare una soluzione sia politica che diplomatica", ha spigato.
Il portavoce ha comunque voto rassicurare sulle condizioni dei soldati italiani coinvolti nella missione. "Stanno bene, sono veramente motivati, li sento tutto i giorni, fanno un lavoro incredibile in una situazione veramente complicata perché molte ore della giornata le passano nei bunker però riescono ancora a portare dell'assistenza e a monitorare la situazione", ha detto. "È importante mantenere una presenza internazionale in questo momento", ha concluso.