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Guerra in Libia: Napolitano blocca la Lega

Dopo le richieste di ritiro da parte del Carroccio, sia il Ministro degli esteri che il Presidente Napolitano hanno dichiarato che il nostro Paese continuerà a rispettare gli impegni con gli alleati.
A cura di Antonio Palma
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Giorgio Napolitano - Giornata mondiale del Rifugiato

Secca replica del Capo dello Stato alle dichiarazioni della Lega Nord, lanciate ieri nel corso del raduno padano di Pontida. Giorgio Napolitano, durante le celebrazioni dei 60 anni della firma della Convenzione di Ginevra sui rifugiati, a Roma, ha colto l’occasione per rispondere alle parole di Bossi e di Maroni che ieri hanno chiesto al Governo uno stop alle operazioni militari in Libia, per prevenire lo sbarco di profughi sulle nostre coste e per risparmiare soldi in tempo di crisi economica.

Il Presidente della Repubblica ha dichiarato “E' nostro impegno, sancito dal Parlamento restare schierati con le forze di altri Paesi che hanno raccolto l'appello delle Nazioni Unite” sottolineando che “L'Italia non poteva guardare con indifferenza o distacco gli avvenimenti in Libia, un paese a noi così vicino e col quale abbiamo nel tempo stabilito rapporti così intensi", ricordando poi che sarebbe stato impossibile ignorare “l'appello del Consiglio di sicurezza perché si proteggesse una popolazione che chiede libertà, autonomia, giustizia”.

Napolitano riferendosi, poi, più esplicitamente agli sbarchi sulle nostre coste, ha proseguito nel suo intervento ricordando che si sta parlando di due problemi distinti, rifugiati e immigrati clandestini, che vanno affrontati con legislazioni differenti; inoltre ha esortando l’Italia a non "adagiarsi o attardarsi in egoistiche chiusure nazionali".

Quella di Napolitano non è stata l’unica risposta alle affermazioni leghiste, già questa mattina, intervenendo alla riunione dei capi delle diplomazie dei 27, in Lussemburgo, il Ministro degli esteri, Franco Frattini, aveva affermato “non ci sono ritiri unilaterali”, ricordando che quando ci sono coalizioni internazionali non si può abbandonare gli alleati senza accordi preventivi.

Frattini, però, ha anche ricordato che nessuna missione può prevedere uno “status quo a tempo indeterminato" e che con gli alleati ci si è dati già una scadenza per l’operazione NATO ‘Unified Protector', che dovrebbe avere fine entro settembre. Il Ministro ha tenuto a precisare che l’uscita dell’Italia dalla coalizione militare che opera in Libia, non sarebbe affatto un deterrente per l’arrivo di profughi sulle nostre coste, che in ogni modo arriveranno sempre finché la situazione interna in Libia non si calmerà.

Da parte della Lega non c’è stato nessun passo indietro, anzi per bocca del Ministro dell’interno, Roberto Maroni, il Carroccio ha fatto sapere che le sue richieste sono sempre valide, e ha chiesto a Berlusconi un preciso calendario per l’uscita dell’Italia dalla missione in Libia.

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