Guerra in Libia: l’Italia esclusa dal vertice delle grandi
Vengo anch'io? No, tu no. Ieri pomeriggio Obama, Cameron, Sarkozy e la Merkel si sono riuniti in videoconferenza per confrontarsi sulla guerra libica e per vagliare soluzioni politiche e diplomatiche al riguardo. A Berlusconi, però, non è pervenuto alcun invito. Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, quindi, potrebbero aver ritenuto l'Italia non all'altezza della situazione o, semplicemente, ancora troppo legata al colonello Mu'ammar Gheddafi. Nonostante il Ministro degli esteri Frattini cerchi di spiegare come in quella videoconferenza non si sia deciso nulla, pare che il Presidente Berlusconi sia a dir poco infuriato per l'accaduto. L'evento, infatti, potrebbe infliggere una bella batosta alla credibilità e al prestigio internazionale del nostro Paese.
E il malcontento inizia a farsi sentire, come si capisce dalle parole del vicecapogruppo alla Camera Osvaldo Napoli: "Berlusconi– ha detto- dovrebbe utilizzare il metodo Sigonella e sospendere subito l'utilizzo delle basi. Non esiste che noi ci carichiamo tutti gli immigrati mentre i cosiddetti alleati fanno i furbi".
Per la cronaca Sarkozy e Cameron hanno avanzato la proposta di dare piena legittimazione politica al Consiglio di Transizione: per loro l'organo dovrebbe garantire alla Libia le libere elezioni e la formazione di un governo democratico. I due hanno tenuto a puntualizzare che "una soluzione duratura può essere solo politica e decisa dal popolo libico".
Oggi a Londra ci sarà il vertice del gruppo di contatto Nato (Nato che ormai ha assunto il comando di tutte le operazioni in Libia) sulla missione in Libia cui parteciperà anche l'Italia. Si discuterà della possibilità di intraprendere la via diplomatica con Gheddafi e sulla strategia da portare avanti nel conflitto. L'Italia pare sposare la la posizione tedesca: l'idea è quella di un negoziato che porti Gheddafi all'esilio sotto egida dell'Unione africana, valutando anche l'ipotesi di non processare il colonnello davanti al Tribunale dell'Aia. Su quest'ultimo punto, però, bisognerà cercare di convincere Francia e Gran Bretagna. Da valutare anche la posizione degli Stati Uniti che si sono un po' defilati dal conflitto, lasciando in cabina di regia le potenze europee.