Guerra in Libia: le truppe di Gheddafi lasciano Misurata. E gli Stati Uniti attaccano con i droni
Le truppe di Mu'ammar Gheddafi stanno lasciando Misurata, la città della Libia occidentale che da due mesi è teatro di scontri sanguinosi tra il regime e i ribelli. La città si può quindi considerare libera. Alcune indiscrezioni sulla decisione del Raìs erano già trapelate da un soldato del regime che, catturato dai ribelli, aveva rivelato che l'ordine di lasciare Misurata era arrivato venerdì. La decisione è stata confermata dal viceministro degli esteri Khaled Kaim che aveva annunciato un cambio di strategia per "trasferire" il controllo della terza città libica alle tribù locali. Le tribù infatti avevano imposto un ultimatum al regime, fissando una scadenza per la riconquista di Misurata, riconquista che non è avvenuta e che quindi, di fatto, lascia la città proprio in mano alle tribù.
Le truppe del governo hanno dovuto cedere l'importante avamposto, strategico e commerciale, a causa delle ultime conquiste dei ribelli ma soprattutto dei bombardamenti effettuati dalla Nato a Tripoli. Al momento i punti strategici di Misurata sono quindi in mano ai ribelli, a partire dal Tameen, l'edificio più alto della città sul quale Gheddafi aveva piazzato i suoi cecchini, accusati di sparare in maniera indiscriminata anche contro civili. Nella Libia di questo periodo, però, anche per una semplice ritirata si paga un salatissimo tributo di sangue: un medico che lavora in un ospedale della zona parla di un bilancio di 10 morti e 50 feriti nella sola mattinata di oggi.
Intanto, nonostante le recenti minacce di Gheddafi, nel primo pomeriggio di oggi è arrivato l'attacco via drone. Il drone Predator è un particolare dispositivo robotico senza pilota che gli Stati Uniti hanno deciso di utilizzare nel conflitto: il Predator, infatti, garantirebbe una maggiore efficienza nell'individuazione dei bersagli da colpire. Gli obiettivi dell'attacco non sono ancora noti con certezza ma pare siano riconducibili a edifici governativi. Il viceministro Kaim ha commentato la decisione degli Stati Uniti, definendola una strategia "sporca", oltre che "un ulteriore crimine contro l'umanità". E in Libia la guerra continua.