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Guerra in Libia: le autorità di Tripoli denunciano 5 civili morti

A Tripoli continuano i bombardamenti della Nato. Secondo le autorità libiche in un raid di stanotte avrebbero perso la vita 5 civili, tra i quali 2 bambini.
A cura di Alfonso Biondi
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Rivolta in Libia

Continuano a cadere bomba sulla Libia. Anche stanotte gli aerei della Nato hanno bombardato la capitale Tripoli: gli obiettivi sono sempre militari, anche se stavolta qualcosa dev'essere andato storto. Già, perché in un raid aereo su un quartiere popolare di Tripoli, secondo quanto riferito dalle autorità libiche sarebbero stati uccisi 5 civili, tra i quali anche 2 bambini. "C'è stata la deliberata volontà di colpire obiettivi civili. Questo è un altro segno della brutalità dell'occidente"- ha commentato Khaled Kaim, vice ministro degli Esteri libico.  Alcuni giornalisti sono stati condotti dalle autorità di Tripoli nel quartiere residenziale di Arada nella parte orientale della capitale, dove hanno potuto vedere un corpo senza vita tirato fuori dalle macerie. I cronisti sono stati poi condotti all'ospedale locale ove sono stati mostrati loro tre cadaveri che, sempre secondo le autorità governative, sarebbero provenuti dal distretto di Arada, teatro dei raid della notte.

Ovviamente non si può sapere con sicurezza se i cadaveri provengano da Arada e se siano effettivamente morti per mano delle truppe della Nato. Quello che è certo però è non si tratterebbe del primo incidente di cui è protagonista l'Alleanza Atlantica.

In un comunicato pubblicato ieri, infatti, la Nato ha ammesso di aver bombardato per errore una colonna di ribelli. L'episodio in questione si è consumato giovedì nei pressi del centro petrolifero di Marsa el-Brega. L'Alleanza Atlantica ha espresso profondo "rammarico per ogni eventuale perdita di vite umane o ferimento causati da un così malaugurato incidente", pur riconoscendo che la zona del drammatico incidente era un'area di conflitto tra truppe di Gheddafi e ribelli, e quindi che una certa confusione era possibile.

Intanto gli insorti sono allo stremo delle forze e chiedono aiuto all'occidente. "Non abbiamo contanti e stiamo esaurendo ogni risorsa"- aveva sottolineato in un’intervista Ali Tarhouni, ministro del petrolio e delle finanze del Consiglio nazionale di transizione.

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