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Guerra in Libia, i ribelli: “La NATO ci ha deluso e sta lasciando morire i libici”

La guerra in Libia continua. Le forze di Gheddafi hanno recuperato terreno costrigendo i ribelli ad arretrare. Gli insorti continuano ad invocare l’aiuto della NATO che, dicono, sta lasciando morire i libici senza intervenire.
A cura di Cristian Basile
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In alcune dichiarazioni davanti alla stampa ieri il capo di Stato maggiore dell'esercito della "Libia Libera", Abdelfatah Yunes, ha dichiarato: "La NATO ci ha deluso". Yunes assicura che "stanno morendo decine di civili ogni giorno", specialmente a Misurata, senza che la NATO (la Nato da una settimana ha preso il controllo militare di tutte le operazioni nel paese ndr.) risponda attaccando all'artiglieria di Gheddafi. "La loro scusa è che potrebbero esserci danni collaterali" ha insistito Yunes, il quale ha chiesto espressamente che i bombardamenti alleati continuino.

Poco prima della fine della conferenza stampa del capo di Stato Maggiore un giovane ha fatto irruzione nella sala stampa denunciando con urla la complicità di Yunes, ex ministro dell'Interno di Gheddafi, nei crimini del colonnello. "Hai le mani macchiate di sangue!", ha gridato il giovane prima di essere cacciato dalla sala. Intanto nel Paese continuano i combattimenti: stanotte a Misurata due persone sono state assassinate ed altre 26 sono rimaste ferite dopo gli attacchi delle forze leali a Gheddafi. "Sono stato in ospedale. Due persone sono morte e 26 sono state ferite stanotte in degli attacchi da parte delle truppe del regime" ha spiegato un ribelle.

L'esito della guerra in Libia resta dunque incerto e le truppe di Gheddafi hanno recuperato le posizioni che avevano perso nei dintorni dello strategico porto petrolifero di Brega, riuscendo ad avanzare fino alla città di Ajbadiya. Forti esplosioni sulla strada che unisce Brega a Ajdabiya, dove si trovavano veicoli e combattenti ribelli, hanno obbligato gli insorti a retrocedere di quasi 30 chilometri verso la Bengasi: questa strada infatti permetterebbe alle truppe di Gheddafi di isolare la capitale degli insorti.

Si tratta dunque di una violenta controffensiva del regime di Tripoli anche se i ribelli hanno assicurato che Brega tornerà presto in mano loro. "E' la prima volta che le truppe del regime non circondano la città e siamo noi a farlo" ha affermato un portavoce dei ribelli che ha anche precisato che le forze di Gheddafi rimaste a Brega sono poche , demoralizzate e quasi senza munizioni".

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