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Guerra in Libia, gli Stati Uniti pronti ad armare i ribelli

Nel Paese di Gheddafi continuano i combattimenti tra i ribelli, aiutati dagli alleati, e le forze del regime in una guerra dall’esito tutt’altro che scontato. Un ulteriore aiuto agli insorti potrebbe arrivare dagli Stati Uniti che hanno annunciato oggi di essere pronti ad inviare armi ai ribelli.
A cura di Cristian Basile
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ribelli Libia Sirte

La situazione in Libia resta molto instabile e confusa e nonostante da questo fine settimana, i ribelli sono riusciti ad avanzare lungo la linea costiera verso l'ovest del paese, aiutati dai bombardamenti degli alleati, hanno dovuto fare i conti con una forte resistenza da parte delle forze del regime. Nonostante l’aiuto degli alleati e la conseguente avanzata dei ribelli, la guerra in Libia sembra destinata ancora a continuare ed a lasciare sul campo altre centinaia di vittime tra militari e civili. Per questo motivo pare che gli USA vogliano aiutare ulteriormente i ribelli.

L'ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Susan Rice, ha annunciato oggi che l'Amministrazione Obama non esclude l'invio di armi ari ribelli libici nella loro lotta contro il regime di Mu'ammar Gheddafi. "Non abbiamo ancora preso la decisione, ma di sicuro la prenderemo in considerazione", ha assicurato la Rice in un'intervista al programa della televisione ABC, "Good Morning America".

Nella stessa intervista la Rice ha dichiarato che non c'è alcun segnale che lasci presagire un abbandono del potere da parte di Gheddafi e, questo si, Washington vorrebbe che il dittatore lo lasciasse quanto prima. Per questo la Rice ha affermato che bisogna "tagliare le risorse di Gheddafi , impedirgli di utilizzare mercenari o che abbia accesso alle armi, così come aiutare i ribelli e l'opposizione". I ribelli libici sperano che venga conferito più potere politico alla NATO e che si giunga ad un accordo per l'uscita dal Paese del dittatore e della sua famiglia nella conferenza internazionale sulla Libia in corso a Londra.

Le delegazioni dei paese della coalizione internazionale, dell'ONU, della NATO, dell'Unione Africana e della Lega Araba si sono riunite per analizzare la crisi libica, il futuro del colonnello ed il processo di transizione verso la democrazia. Intanto la Nato, che giovedì prenderà il comando delle operazioni militari, iniziate con l'obiettivo di proteggere i civile, continua a sottolineare la propria imparzialità nel conflitto, difendendo la propria posizione davanti alla Russia che ha espresso invece la propria preoccupazione per quello che considera, come ha affermato ieri il ministro degli Esteri russo Lavrov, un intervento illegittimo nella guerra civile in corso nel paese nordafricano.

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