Guerra in Israele, il racconto di un italo-palestinese sotto le bombe: “A Gerusalemme situazione spettrale”
L'intervista in collegamento video viene bruscamente interrotta dalle sirene anti-missile, ma per fortuna stavolta il pericolo è lontano. Karem Rohana, nome palestinese e accento toscano, riesce a raccontarci le ore di angoscia in una Gerusalemme spettrale, mentre l'esercito israeliano assedia Gaza.
Karem è figlio di mamma italiana e padre palestinese, vive a Firenze ma è nato ad Haifa, dove spesso fa ritorno. Da giorni è bloccato in hotel a Gerusalemme, dopo che il suo volo è stato cancellato, vani i tentativi di aprire un canale con la Farnesina.
Come state vivendo queste ore a Gerusalemme?
"La situazione è spettrale, i negozi sono tutti chiusi e ci sono soldati armati a ogni angolo, abbiamo notizie di scontri tra coloni e palestinesi, quindi non è prudente uscire in strada, soprattutto se sei arabo. Il governo israeliano ha dichiarato lo stato di guerra, quindi ha dato indicazioni ai cittadini di rimanere nelle proprie case ed essere pronti ad evacuare o spostarsi nei rifugi".
Sei riuscito a contattare la Farnesina?
"Ho provato a mettermi in contatto, ma la linee sono occupate. Ad un certo punto mi ha risposto una donna, le ho chiesto notizie sui voli, mi ha detto che mi avrebbe richiamato, ma non l'ho più sentita. So che si stanno dando molto da fare, evidentemente hanno tante chiamate".
Che notizie hai di Gaza?
"Il primo ministro Netanyahu ha dichiarato che avrebbe ridotto Gaza in macerie, poi ha chiesto ai civili di allontanarsi per non essere coinvolti nei bombardamenti, peccato che Gaza sia una prigione a cielo aperto dalla quale non è possibile uscire, infatti stanno morendo centinaia di civili. La città è completamente isolata, senza acqua, cibo, gas, quindi non possono funzionare nemmeno gli ospedali".
Cosa farai? Cercherai di rientrare in Italia?
"Il mio volo è stato cancellato, dovrei acquistarne un altro ma sono tutti esauriti, non mi presta che sperare che la Farnesina metta a disposizione un volo, ma non ho fretta di tornare, sto bene anche qui tra la mia gente mi sento comunque a casa. Sarei ritornato in Italia perché lì c'è la mia vita e il mio lavoro, ma restare qui a documentare quello che sta accadendo, mi fa sentire utile e spero che possa servire".