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Guerra in Costa d’Avorio, Gbagbo ha le ore contate ma non vuole arrendersi

Il presidente uscente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, è intrappolato nella sua abitazione, circondato dalle forze del presidente eletto Ouattara. Nonostante abbia le ore contate, ha rifiutato di arrendersi.
A cura di Cristian Basile
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Costa d'Avorio guerra

Il destino del presidente uscente della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, sembra ormai scritto: il dittatore si troverebbe intrappolato nel suo bunker situato nel seminterrato della sua abitazione privata nel quartiere di Cocody, nel centro di Abiyàn, circondato dalle truppe fedeli del suo rivale, il presidente eletto Alassane Ouattara, che hanno lanciato ieri il cosiddetto assalto finale.

Nonostante questo pare che Gbagbo non abbia nessuna intenzione di arrendersi. Durante tutto il pomeriggio di martedì il ministro degli Esteri di Gbagbo, Alcide Djedjè, ha negoziato con la Francia, con l'ONU e con i rappresentanti di Ouattara le condizioni della resa, negoziazioni che però, secondo il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, sono fallite per l'intransigenza del presidente uscente. "Ci sono nuovi combattimenti" per entrare nella residenza privata di Gbagbo e "nè l'ONU nè la Forza Leocorno (le forze di pace francese di appoggio all'ONU) sono coinvolte nell'attacco visto che un intervento del genere non è previsto dalla risoluzione 1975 dell'ONU" ha affermato Juppé.

A Gbagbo era stato richiesto di firmare un documento per riconoscere che, come sostiene tutta la comunità internazionale, ha perso le elezioni del novembre 2010 e di conseguenza non è più il presidente della Costa d'Avorio. Gbagbo, nonostante sembrasse ormai vicino alla resa, si è rifiutato di firmare, in quanto, secondo quanto afferma il quotidiano francese Le Monde, la moglie di quest'ultimo, Simone, che pare eserciti su di lui molta influenza, lo ha convinto all'ultimo momento a non subire un'umiliazione del genere. Come conseguenza al fallimento dei negoziati, Ouattara ieri ha ordinato l'assalto finale alla residenza del dittatore ed i suoi soldati starebbero lentamente, ma inesorabilmente, avanzando verso l'obiettivo, con l'ordine di non uccidere Gbagbo.

Il combattimento però, che le forze di Ouattara pensavano di risolvere in poche ore, è tutt'altro che concluso per sia per la scarza potenza delle truppe di Ouattara sia per la sottovalutazione della difesa del presidente uscente che, in quello che potrebbe essere un atto suicida, continua a rifiutare la resa.

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