Guerra Hamas-Israele, raid su Rafah: “Colpito asilo, 128 morti”. Si allontana l’accordo sugli ostaggi
Mentre si allontana sempre di più un nuovo accordo sugli ostaggi, continua senza sosta la guerra tra Hamas e Israele. Nelle scorse ore un attacco si sarebbe verificati a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, dove è stato colpito anche un asilo nido: nel raid sarebbero morte due bambine, come riporta l'agenzia di stampa locale Wafa. Ci sarebbero anche decine di feriti.
A Rafah morte nei raid 128 persone: "Molte donne e bambini"
Secondo l'agenzia AFP, sono almeno 128 le persone – per lo più donne e bambini – che sono state uccise negli attacchi israeliani nella notte tra domenica e lunedì, citando dati del ministero della Sanità di Gaza. "La situazione è indescrivibile", ha detto un testimone come riporta il quotidiano inglese The Guardian. Bombardamenti sono continuati nella notte anche a Khan Yunis, la principale città di Gaza, che secondo Tel Aviv è il luogo in cui i militanti di Hamas si sono preparati per l'attacco del 7 ottobre scorso e dove si nascondono i loro alti funzionari.
Si allontana l'accordo sugli ostaggi
E la guerra al momento non sembra essere giunta alla fine. Stando alle ultime indiscrezioni, pare infatti che Hamas sia orientata a rifiutare la proposta di accordo su tregua e rilascio degli ostaggi che è stata presentata al gruppo palestinese dopo la riunione di Parigi del 28 gennaio a cui hanno partecipato negoziatori di Qatar, Egitto, Usa e Israele.
La bozza prevedrebbe il rilascio degli ostaggi in più fasi, accompagnato da pause graduali nei combattimenti e dalla consegna di aiuti a Gaza. Secondo il Jerusalem Post, che cita Al-Arabiya, Hamas intende però chiedere a Israele di liberare un maggior numero di detenuti palestinesi. Inizialmente una tv saudita aveva riferito che la risposta di Hamas sulla proposta di accordo sarebbe arrivata domenica sera, ma così non è stato. Altre fonti hanno aggiunto che il leader di Hamas Yahya Sinwar, ritenuto la mente del massacro del 7 ottobre, intende chiedere solide garanzie sulla fine della guerra e sul ritiro dell'esercito israeliano – entrambi punti sui quali il premier israeliano Netanyahu ha già espresso il suo no.
Che l'accordo si stia allontanando lo ha confermato anche il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan in una intervista alla Abc: "Non posso dire che sia dietro l'angolo. In ultima analisi, questo tipo di negoziati si svolgono in modo piuttosto lento fino a quando non si svolgono molto rapidamente. È quindi difficile stabilire un calendario preciso su quando si potrebbe arrivare a qualcosa o, francamente, se si potrebbe arrivare a qualcosa".
Oggi nuova missione di Blinken in Medioriente
Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken è partito per una nuova missione in Medioriente con l'obiettivo di contribuire ai negoziati su una nuova tregua tra Israele e Hamas a Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani.
Si tratta del suo quinto viaggio nella regione dall'inizio del conflitto il 7 ottobre scorso, ma ora la situazione è particolarmente tesa dopo gli attacchi americani contro i gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria, e contro gli Houthi nello Yemen. Blinken visiterà l'Arabia Saudita, il Qatar, l'Egitto, Israele e la Cisgiordania occupata. Poco prima del suo arrivo è giunta la notizia che cinque combattenti curdi sono rimasti uccisi nell'attacco di un drone contro una base americana in Siria, secondo quanto riferito dall'Osservatorio per i diritti umani nel Paese.