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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra a Gaza, raid di Israele su Rafah: colpito veicolo Onu. “Ucciso dipendente Nazioni Unite”

Continuano a Rafah gli scontri tra l’esercito israeliano e Hamas. Il ministro Gallant agli Usa: “Continueremo attacchi per raggiungere i nostri obiettivi”. Oxfam: “L’invasione a Gaza potrebbe causare una catastrofe sanitaria”. E fonti egiziane sostengono che le forze israeliane impedirebbero gli aiuti per via aerea.
A cura di Biagio Chiariello
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 Israele continua ad attaccare Rafah, città della Striscia di Gaza al confine con l’Egitto. L’ultimo bombardamento, avvenuto nella notte, ha causato un morto e tre feriti. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. E durante uno degli ultimi raid è stato colpito anche un veicolo dell'Onu. Lo ha riportato Haaretz, citando report palestinesi, aggiungendo che ci sarebbe almeno un ferito.

Hamas ha poi incolpato, sottolineando come nell'attacco siano stati "uccisi due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che stavano viaggiando su un veicolo con la bandiera delle Nazioni Unite e segni identificativi. Israele e gli Usa portano la responsabilità di mettere in pericolo i team stranieri a Gaza e per i crimini di guerra e i danni intenzionali alle squadre straniere".

L'Onu ha poi confermato la morte di un proprio dipendente e il ferimento di un altro funzionario. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha poi chiesto l'apertura di un'inchiesta "approfondita" mentre anche l'Idf ha aperto un'indagine per accertare la dinamica.

Fonti dal lato egiziano del valico di Rafah hanno affermato che il rumore delle esplosioni degli attacchi israeliani sul lato palestinese è stato "molto forte" stanotte, tanto da essere udito a fino a circa 30 chilometri di distanza all'interno del Sinai.

In una conversazione telefonica con il segretario di stato Usa Antony Blinken, il ministro della difesa Yoav Gallant ha comunque ribadito "l'impegno di Israele nel continuare ad operare per raggiungere gli obiettivi della guerra: il rilascio dei 132 ostaggi e la distruzione di Hamas".

Lo ha fatto sapere l'ufficio dello stesso Gallant secondo cui i due hanno "discusso degli sviluppi a Gaza, incluse le operazioni dell'Idf nella Striscia contro il terrorismo e l'azione mirata nell'area di Rafah contro i restanti battaglioni di Hamas e per la sicurezza dei valichi".

Intanto l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, ha affermato che finora sarebbero 360mila le persone sono fuggite da Rafah, dove circa 1,3 milioni di palestinesi sono ammassati da settimane dopo essere fuggiti dall'assalto di Israele in altre zone della Striscia di Gaza.

E fonti egiziane sostengono che le forze israeliane impedirebbero gli aiuti per via aerea:

Nelle ultime ore diversi aerei appartenenti a Paesi della coalizione internazionale hanno tentato di effettuare lanci di aiuti su alcune zone poco accessibili della Striscia di Gaza ma le autorità israeliane hanno rifiutato di concedere a questi aerei il permesso di effettuare i lanci".

Lo afferma una fonte aereoportuale egiziana, precisando che "un aereo cargo militare Airbus C295M dell'aeronautica egiziana si trova in una base militare giordana in attesa della necessaria approvazione insieme a diversi altri aerei dei paesi della coalizione internazionale".

"L'invasione di Rafah, dov'è stata interrotta l'erogazione d'acqua potabile, potrebbe causare nuove gravi epidemie: sono oltre 350 mila le persone in fuga verso rifugi e campi profughi già sovraffollati e al collasso nelle altre zone della Striscia, mentre la popolazione è senza cibo e carburante per la chiusura dei valichi, con le strade invase di rifiuti e fiumi di liquami che traboccano dalle fognature". A lanciare l'allarme è l'Oxfam su "un'emergenza che si aggrava ora dopo ora, in un contesto dove i raid israeliani hanno già causato danni per almeno 210 milioni di dollari alle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, distruggendone l'87% come rivelano le immagini satellitari".

Lo spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.

I nostri colleghi a Gaza ci raccontano di una situazione disperata. La popolazione in questo momento è costretta a bere acqua sporca e contaminata, soffre di malnutrizione e i bambini vengono punti di continuo dagli insetti che brulicano ovunque. Nuove epidemie di epatite A e di colera saranno inevitabili".

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