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Guerra a Gaza, il premier israeliano Netanyahu: “Sta per finire la fase intensa dei combattimenti a Rafah”

A Rafah la fase “intensa” dei combattimenti tra esercito israeliano e Hamas “sta per finire”. Ad annunciarlo è stato il premier Benyamin Netanyahu. La notizia arriva nel giorno in cui il ministro della Difesa israeliano è partito per gli Usa per tentare di sbloccare l’invio delle armi rallentato dall’amministrazione Biden, con cui i rapporti sono attualmente molto tesi.
A cura di Eleonora Panseri
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Rafah la fase "intensa" dei combattimenti tra esercito israeliano e Hamas "sta per finire". Ad annunciarlo in serata è stato il premier Benyamin Netanyahu in un'intervista a Channel 14. "Non significa che la guerra stia per finire", ha tenuto a precisare, ma si tratta comunque del segnale di un possibile cambio di rotta sulla guerra nella Striscia.

Il premier ha fatto l'annuncio nel giorno in cui il ministro della Difesa Yoav Gallant è partito alla volta degli Stati Uniti per tentare di sbloccare l'invio delle armi e delle munizioni rallentato dall'amministrazione Biden, visto che nell'ultimo periodo i rapporti tra i due Paesi si sono fatti molto tesi.

Sul tavolo dei colloqui con il segretario di Stato Antony Blinken, con l'omologo Lloyd Austin e con il capo della Cia William Burns ci sono la guerra a Gaza, il conflitto con gli Hezbollah libanesi e l‘Iran. "Gli incontri con gli alti funzionari Usa – ha detto Gallant, prima di partire – saranno determinanti per il futuro della guerra. Ho intenzione di discutere gli sviluppi a Gaza e in Libano. Siamo pronti per qualsiasi azione che possa essere necessaria a Gaza, in Libano e in altre aree".

La guerra è ormai giunta al 261esimo giorno e l'Idf preme sempre di più a Rafah, nel sud della Striscia, dove sarebbero ancora attivi due battaglioni di Hamas. L'esercito ha annunciato di aver preso il controllo e demolito un compound di addestramento della fazione nel quartiere Tel Sultan: si tratta del "cosiddetto avamposto di Abu Said, del battaglione Tel Sultan di Hamas" preso dalla 401esima Brigata corazzata.

Proseguono intanto anche i raid aerei. Otto palestinesi sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un centro di distribuzione di aiuti umanitari vicino Gaza City. L'attacco ha colpito una parte di un istituto professionale gestito dall'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unrwa) che ora fornisce aiuti alle famiglie sfollate, secondo quanto riferito da testimoni. Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell'Unrwa, ha dichiarato che l'agenzia sta esaminando i dettagli dell'attacco prima di fornire ulteriori informazioni.

Netanyahu sempre a Channel 14 ha aggiunto che Israele è pronto a sospendere i combattimenti a Gaza per un breve periodo in cambio di un certo numero di ostaggi tenuti da Hamas, ma che non si impegnerà ad un cessate il fuoco totale prima che gli obiettivi della guerra siano raggiunti.

"Sono pronto ad accettare un accordo parziale che riporterà a casa alcuni dei nostri ostaggi – ha detto – ma dobbiamo continuare a lottare per raggiungere i nostri obiettivi”. Sembra quindi ancora molto lontana la fine delle ostilità.

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