Guerra a Gaza, Biden conferma: “L’accordo per il cessate il fuoco è sul punto di essere chiuso”

Dopo mesi di negoziati l'accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è "a un passo". A dirlo, rispondendo alle domande dei giornalisti, il consigliere alla sicurezza nazionale per la Casa Bianca Jake Sullivan, secondo cui le trattative tra Israele e Hamas sarebbero arrivate a "un punto cruciale". Durante un briefing alla Casa Bianca, Sullivan ha dichiarato che il presidente Joe Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e con l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani.
Biden dovrebbe anche parlare "presto" con il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi. Qatar, Stati Uniti ed Egitto sono stati i tre principali negoziatori nei colloqui tra il partito armato palestinese e Tel Aviv. "Siamo vicini a un accordo, e può essere fatto questa settimana. Non sto facendo una promessa o una previsione, ma un'intesa è vicina e siamo in grado di lavorare perché si concretizzi", ha detto Sullivan, aggiungendo che "ci siamo coordinati in maniera molto stretta con la nuova amministrazione per dare un messaggio di unità tutte le parti perché un accordo a Gaza è nell'interesse di tutti". Già nei giorni scorsi era effettivamente trapelata la volontà di Donald Trump di raggiungere una tregua entro il 20 gennaio, giorno in cui si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca.
Anche Joe Biden ha confermato che "l'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza è sul punto di essere chiuso".

I punti principali dell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza
I dettagli del possibile accordo per un cessate il fuoco a Gaza non sono ancora noti, tuttavia sono trapelati alcune indiscrezioni. Il Jerusalem Post riferisce che nella prima fase dell'intesa – che durerebbe 42 giorni – dovranno essere rilasciati 33 ostaggi israeliani e che contestualmente inizierà il ritiro graduale delle Idf dalla Striscia. Secondo fonti citate dal sito del giornale, che non parla di eventuali detenuti palestinesi liberati, l'esercito israeliano non lascerebbe definitivamente Gaza fino a quando l'ultimo ostaggio non sarà liberato. Le fonti hanno aggiunto che il 16esimo giorno del cessate il fuoco inizieranno i negoziati per quanto riguarda le fasi successive dello scambio di prigionieri. Channel 12 precisa che i 33 ostaggi sarebbero sia vivi che morti e tra loro ci sarebbero donne, anziani e malati. Undici sarebbero uomini israeliani di età inferiore ai 50 anni che versano in gravi condizioni di salute, tra cui Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, che da molti anni sono nelle mani di Hamas.
Hamas: "Desideriamo porre fine alla guerra"
Il partito palestinese avrebbe chiesto di riavere il corpo di Yahya Sinwar (ucciso a Gaza dall'Idf) come parte della prima fase dell'accordo. Hamas ha inoltre dichiarato in un comunicato stampa che la sua leadership ha parlato con il capo dell'intelligence turca, Ibrahim Kalin, sugli sviluppi dei negoziati a Doha. Il capo del Consiglio della Shura, Muhammad Darwish, e il capo negoziatore, Khalil al Haya, hanno discusso con lui al telefono e hanno confermato "il desiderio di Hamas di raggiungere un accordo per porre fine alla guerra".
Israele e Hamas discutono la proposta di cessate il fuoco
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, intenderebbe sottoporre domani al voto del governo l'accordo sulla liberazione degli ostaggi ed il cessate il fuoco a Gaza, mentre il gruppo dirigente di Hamas si incontrerà questa sera per discutere l'ultima proposta sul tavolo, e la risposta sarà "positiva" se non ci saranno compromessi sui "punti fondamentali". Lo ha detto un funzionario del partito palestinese al quotidiano qatariota al-Araby al-Jadeed.
Il primi ministro del Libano sarà Nawaf Salam
Intanto il presidente libanese Joseph Aoun ha scelto Nawaf Salam, il giudice presidente della Corte internazionale di giustizia dell'Aja, come primo ministro incaricato, dopo consultazioni con il Parlamento. Lo ha affermato la presidenza. "Il presidente della Repubblica ha incaricato il giudice Nawaf Salam di formare un governo, pur sapendo che al momento si trova all'estero. È stato deciso che tornerà domani" nel Paese, ha affermato.

Meloni: "Italia impegnata per cessate il fuoco Libano-Israele"
In questo quadro Palazzo Chigi ha reso noto che "il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica Libanese, Joseph Aoun, al quale ha rivolto le congratulazioni sue personali e del Governo italiano per l'elezione dello scorso 9 gennaio". La conversazione ha permesso a Meloni "di ricordare l'impegno dell'Italia a favore del cessate il fuoco tra Libano e Israele e di valorizzare il ruolo chiave che la nostra Nazione continua a svolgere attraverso l'azione dei militari italiani nella missione Unifil, in quella bilaterale Mibil e con la guida italiana del Comitato Tecnico-Militare per il Libano per il coordinamento del sostegno internazionale alle Forze Armate libanesi".