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Guerra a Gaza: evacuata bimba di 4 anni con rara malattia genetica. Sessanta corpi trovati sotto le macerie

Alcuni giorni fa è stata finalmente evacuata da Gaza una bambina di 4 anni affetta da una malattia genetica rara. Dopo mesi di lavoro, l’operazione è andata a buon fine, anche se i genitori sono rimasti nella zona di guerra e Julia ha avuto una grave crisi epilettica in ospedale negli Emirati. Ora è in ripresa. Intanto, proseguono i negoziati per il cessate il fuoco.
A cura di Eleonora Panseri
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Julia ha 4 anni ed è affetta da una malattia genetica estremamente rara. Alcuni giorni fa è stata finalmente evacuata da Gaza, ma ha avuto una grave crisi convulsiva appena arrivata in ospedale negli Emirati Arabi Uniti. La piccola è fuori dalla zona di guerra, ma è stata ricoverata in terapia intensiva ed è senza i suoi genitori, ai quali è stato negato il permesso di lasciare Gaza.

È da maggio che una famiglia di Washington, la cui figlia è affetta dalla stessa rara condizione, chiamata emiplegia alternante dell'infanzia (AHC, una malattia genetica rara dello sviluppo neurologico, caratterizzata da episodi di paralisi transitori e ricorrenti, ndr), ha cercato di portare via da Gaza la bambina, a cui inizialmente era stato negato il permesso.

Nelle ultime otto settimane i coniugi Simon e Nina Frost hanno lavorato giorno e notte per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso di Julia. E, con straordinaria determinazione, hanno riunito una rete di persone, provenienti da governi e organizzazioni benefiche. Due settimane fa, dopo numerosi tentativi falliti, è stato ottenuto per Julia dalle autorità israeliane ed egiziane il permesso di lasciare Gaza insieme ad altri bambini che avevano urgente bisogno di cure mediche.

L'operazione è stata guidata da un ente di beneficenza con sede negli Stati Uniti, il Palestine Children's Relief Fund (PCRF). Parlando con Sky News, il responsabile Tareq Hailat ha dichiarato: "L'evacuazione di Julia è stata una delle esperienze più dure, ma anche più gratificanti".

Per ragioni che restano poco chiare al PCRF e a tutti coloro che sono stati coinvolti nell'operazione le autorità israeliane hanno negato il permesso di andarsene da Gaza ai genitori di Julia, Amjad e Maha. Rimangono bloccati a Gaza con la sorella maggiore della bimba, Sham. All'ultimo minuto alla zia è stato concesso di viaggiare con lei in Egitto e poi di imbarcarsi su un volo sanitario per Abu Dhabi.

Ad Abu Dhabi, Julia ha inizialmente risposto bene alle cure e al nuovo ambiente. Ma questa settimana ha avuto una crisi epilettica massiccia, cosa non rara. L'AHC tende a scatenare crisi epilettiche potenzialmente letali, spesso causate dallo stress. La bambina è ancora ricoverata in terapia intensiva, ma mostra segni di miglioramento. Amjad, Maha e Sham sperano di lasciare presto Gaza per riunirsi a Julia. Ma i confini con l'Egitto restano chiusi e la guerra continua.

Hailat ha detto ancora a Sky News: "Voglio sottolineare che questa evacuazione medica è una goccia nell'oceano. Migliaia di altri bambini sono ancora a Gaza in attesa. Il valico di Rafah deve essere riaperto immediatamente per consentire il flusso sicuro degli aiuti umanitari e dei trasferimenti medici".

Trovati 60 corpi sotto le macerie di Gaza City, procedono i negoziati

Circa 60 corpi sono stati scoperti sotto le macerie a Shujaiya, un quartiere orientale di Gaza City, dopo la fine di una vasta operazione israeliana che ha devastato l'area. Lo riferisce la Protezione Civile del Territorio Palestinese.

Il quartiere di Shujaiya, a Gaza City
Il quartiere di Shujaiya, a Gaza City

Nel decimo mese di guerra tra Israele e Hamas, giovedì 11 luglio in Qatar, paese mediatore con gli Stati Uniti e l'Egitto, si sono svolti nuovi colloqui in cui il presidente americano Joe Biden ha riferito di "progressi". I negoziati puntano al cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi rapiti durante l'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, che ha scatenato la guerra.

Nel Nord della Striscia di Gaza, l'esercito israeliano ha annunciato nella serata di mercoledì 10 di aver completato le operazioni lanciate il 27 giugno a Shujaiya, che hanno permesso lo smantellamento di "otto tunnel", si legge in un comunicato stampa. Dopo il ritiro delle forze israeliane, la Protezione civile della Striscia di Gaza ha riferito del ritrovamento sotto le macerie di "una 60 di vittime".

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