Guerra a Gaza, bombe nella notte di Natale nel campo profughi di al-Maghazi: almeno 68 morti
Neanche il Natale ha fermato i bombardamenti a Gaza. Il ministero della Sanità locale controllato da Hamas ha riferito che almeno 106 persone sono state uccise in un raid israeliano che ha colpito diverse case nel campo profughi di Al-Maghazi, nel centro della Striscia.
Secondo il portavoce del ministero, Ashraf al-Qudra, il raid ha distrutto un "isolato residenziale" e il "bilancio probabilmente aumenterà" dato il gran numero di famiglie che risiedono lì. Secondo i primi dati ospedalieri, le vittime sarebbero 106 e tra queste ci sono decine di donne e bambini.
Al-Jazeera ha riferito che l'attacco ha preso di mira quattro case e, secondo un corrispondente dell'agenzia di stampa AFP, almeno 40 corpi sono stati portati in un ospedale di Dir al-Balah. "Ci sono ancora feriti e cadaveri sotto le macerie", ha detto un portavoce dell'ospedale Al-Aqsa ad al Jazeera.
"Siamo stati tutti presi di mira", ha detto Ahmad Turkomani, che ha perso diversi membri della famiglia, tra cui la figlia e il nipote. "In ogni caso non esiste un posto sicuro a Gaza".
Altri raid dell'esercito israeliano a Gaza a Natale
Gli attacchi israeliani sono comunque continuati per tutta la notte di Natale a Gaza, dove i civili sono sull'orlo della fame, un bombardamento ha ucciso 12 persone vicino al piccolo villaggio di Al-Zawaida, secondo il Ministero della Sanità di Hamas.
Sempre nelle stesse ore che hanno anticipato il giorno di Natale, ma in un’altra zona della Striscia, 10 persone – tutti membri di una famiglia – sono rimaste uccise in un raid nel campo di Jabalia, già duramente colpito da Israele nelle scorse settimane.
Netanyahu: "Continueremo a combattere e vinceremo su Hamas"
Era stato il premier israeliano Benyamin Netanyahu a sottolineare proprio nella serata della vigilia di Natale che l’esercito di Tel Aviv stava “intensificando” la guerra a Gaza. “Continueremo a combattere fino alla vittoria finale su Hamas” ha ribadito.
Questa – ha detto tra l’altro il premier israeliano – è l’unica maniera per far tornare gli ostaggi, eliminare Hamas e assicurarci che Gaza non sia più una minaccia per il Paese”. “Ci vorrà tempo ma siamo uniti: soldati, popolo e governo. Siamo uniti e determinati a combattere fino alla fine”