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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra a Gaza: “Hamas accetta la risoluzione Onu sul cessate il fuoco, pronta a negoziare”

Hamas accetta la risoluzione di cessate il fuoco votata ieri dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sarebbe pronta a negoziare i dettagli: lo ha detto alla Reuters l’alto funzionario Sami Abu Zuhri aggiungendo che spetta a Washington garantire che Israele la rispetti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera un piano in tre fasi voluto dal presidente Usa Joe Biden per il cessate il fuoco a Gaza. Dopo l'approvazione con 14 voti favorevoli, nessun contrario e la sola astensione della Russia, Joe Biden si è rivolto ad Hamas, al quale ha chiesto di "dimostrare di volere davvero una tregua nella Striscia di Gaza" accettando l'accordo proposto nel piano Usa "senza indugi e senza condizioni".

E oggi Hamas, scrive Reuters, ha accettato la risoluzione Onu sul cessate il fuoco. Hamas avrebbe accettato la risoluzione di cessate il fuoco votata ieri dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sarebbe pronta a negoziare i dettagli, secondo quanto ha detto alla Reuters Sami Abu Zuhri, alto funzionario di Hamas, aggiungendo che spetta a Washington garantire che Israele la rispetti.

"L'amministrazione statunitense sta affrontando una vera e propria prova per portare a termine i suoi impegni nel costringere l'occupazione a porre immediatamente fine alla guerra in attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", ha aggiunto Zuhri.

Cinque morti nel raid contro Hezbollah

Nel piano americano che ieri sera ha avuto l'approvazione delle Nazioni Unite, si chiede ad Hamas di accettare l'accordo per un cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi israeliani. "Hamas afferma di volere una tregua – ha scritto Biden sul suo account X – e questo accordo è un'opportunità per dimostrare che fanno sul serio". Nella risoluzione, entrambe le parti tra Israele e Hamas sarebbero chiamate ad attuare integralmente i termini della proposta "senza indugi e condizioni".

Nel frattempo, però, Israele allarga il suo raggio d'azione anche verso il Libano con il recente attacco a un convoglio di camion-cisterne che entravano nel Paese dalla vicina Siria. Nel raid israeliano sono state uccise 5 persone componenti di Hezbollah. Dal 7 ottobre, infatti, Hezbollah ha partecipato al fianco di Hamas in diversi scontri a fuoco con l'esercito israeliano.

Le rimostranze di Israele e le dimissioni di Gantz

Il piano americano è stato accolto favorevolmente da Hamas, ma non ha incontrato la stessa benevolenza da Israele. Il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, infatti, ha rassegnato le dimissioni già qualche giorno fa e durante un intervento trasmesso in diretta dalle tv israeliane. "Netanyahu – ha detto – ci impedisce di avanzare verso la vera vittoria".

Secondo Israele, la "vera vittoria" prevede la "distruzione di Hamas" fino a Rafah e la "liberazione degli ostaggi senza trattative con il nemico". Dal 7 ottobre, però, sono morti più di 36mila palestinesi sotto i bombardamenti di Tel Aviv. Molti dei civili vittime del conflitto sono deceduti anche a causa della fame e della mancanza di cure mediche.

L'Oms consegna farmaci e carburante agli ospedali

L'Oms ha consegnato poco fa farmaci e carburante agli ospedali Al-Awda e Kamal Adwan. Sono state inoltre installate anche tende per aumentare la capacità delle strutture volte alle cure dei cittadini palestinesi. Il dottor Mohammed Salha: "Speriamo che le consegne continueranno in modo da poter proseguire le nostre attività nel nord della Striscia"

In cosa consiste il piano per la pace

Nella risoluzione americana, sarebbe respinto per il futuro qualsiasi tentativo di ridurre la Striscia di Gaza, anche se l'attuale territorio palestinese resterebbe invariato e non molto cambierebbe per la popolazione. Gli Usa, però, si impegnano a far tornare i palestinesi nelle loro case "all'interno della Striscia", dal nord al sud del territorio. Secondo il Consiglio, la soluzione ai conflitti dovrà essere permanente in una terza fase con "due Stati democratici distinti e separati": per il Consiglio, Israele e Palestina dovranno convivere.

Per permettere l'inizio della pace, Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi israeliani ancora a Gaza e Tel Aviv dovrà assicurare il completo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia. In una fase successiva, verrebbe avviato un "importante piano di ricostruzione pluriennale per Gaza", interamente distrutta dai bombardamenti.

Secondo il progetto approvato dall'Onu, inoltre, se i negoziati richiederanno più di sei settimane per la prima fase, il cessate il fuoco continuerà finché proseguiranno i negoziati.

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