Greta Thunberg condannata in Tribunale ma evita il carcere: “Mie azioni per il clima giustificabili”
Greta Thunberg è stata condannata oggi dal Tribunale di Malmö, in Svezia, per aver disobbedito alla polizia durante una manifestazione di protesta per il clima nel Paese scandinavo. La giovane eco-attivista però ha evitato il carcere visto che il giudice, dichiarandola colpevole, le ha inflitto solo una sanzione pecuniaria. La ventenne dovrà pagare una multa di 2.500 corone svedesi circa 216 euro.
Il processo a Greta Thunberg era scattato dopo il fermo di polizia disposto dalle forze dell'ordine locali durante una manifestazione di piazza non autorizzata nel giugno scorso. Gli agenti avevano trascinata via l'attivista insieme ad altri manifestanti per il clima che bloccavano la strada paralizzando il traffico verso il porto di Malmö. I dimostranti si erano radunati per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inquinamento da fonti di energia non rinnovabili come il petrolio e avevano bloccato le vie di accesso e uscita dei camion di petrolio al porto della città svedese.
Dopo aver rifiutato di spostarsi, Greta Thunberg era stata portata via di peso con gli altri e accusata di non aver obbedito agli ordini degli agenti. Un reato che può costare anche sei mesi di prigione ma che spesso si risolve con una multa come è accaduto con lei. La ventenne in aula ha ammesso i fatti ma ha negato che fosse un crimine.
"È vero che ero in quel posto quel giorno, ed è vero che ho ricevuto un ordine che non ho ascoltato, ma voglio negare il crimine" perché "Le mie azioni sono giustificabili" ha detto infatti Greta Thunberg al giudice, aggiungendo: "Credo che ci troviamo in un'emergenza che minaccia la vita, la salute e la proprietà e innumerevoli persone sono a rischio".
"Scegliamo di non essere spettatori e di fermare fisicamente l'infrastruttura dei combustibili fossili. Stiamo reclamando il futuro", aveva detto Thunberg durante la manifestazione organizzata dal gruppo di attivisti ambientali Reclaim the Future. "Il tribunale può condannare la nostra azione come un crimine ma sappiamo di avere il diritto di vivere e l'industria dei combustibili fossili si frappone a questo", ha detto la portavoce del gruppo Irma Kjellstrom all'agenzia di stampa AFP.