Greta e Vanessa, chi sono le due volontarie italiane sparite in Siria
Da giorni nessuno ha avuto più contatti con Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, due giovani volontarie italiane che si trovavano in Siria. Si teme che le due amiche siano state rapite, forse portate via da una banda di criminali comuni. Vanessa e Greta, la prima di Brembate (Bergamo) e la seconda di Besozzo (Varese) hanno rispettivamente 21 e 20 anni e in Siria lavoravano a dei progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario idrico. Sulla loro scomparsa, hanno fatto sapere dal ministero, sta lavorando l’Unità di crisi. La Farnesina ha “immediatamente attivato tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti” e ha preso contatto con le famiglie delle due scomparse che vengono tenute costantemente informate. Da quanto si apprende in queste ore, le due volontarie sarebbero state caricate su un furgone da una decina di uomini armati che hanno fatto irruzione verso le 4 del mattino nell’appartamento situato vicino a Idlib, nella zona di Aleppo, dove erano arrivate con due guide appena tre giorni prima.
Greta e Vanessa fondatrici del Progetto Horryaty
Le due giovani italiane avevano fondato il Progetto Horryaty insieme a Roberto Andervill ed erano entrate il 28 luglio scorso in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. La loro missione era anche sostenuta dalla onlus la Rose di Damasco. L’ultima persona ad aver parlato con loro è stata Silvia Moroni, la presidente della onlus: “Dal 22 luglio le ho sentite tre volte, ma il 31 luglio, quando avevamo appuntamento su Skype non erano in linea”. Greta e Vanessa vengono descritte come due ragazze tutte scuola, casa e volontariato. In Siria c’erano state giù altre volte per portare aiuti. Greta Ramelli, nonostante la giovane età, ha alle spalle già diverse esperienze nel sociale. È stata prima in Africa e poi in India. Con Vanessa, studentessa alla facoltà di Linguee e cooperazione internazionale alla Statale di Milano, ha poi deciso di fondare la comunità di assistenza sanitaria Horryaty. “Per ora non abbiamo nulla da dire: siamo in contatto con la Farnesina”, preferiscono restare in silenzio i familiari di una delle due ragazze, Greta Ramelli. La giovane aveva contattato nei giorni scorsi i parenti e alcuni amici, anche attraverso i social network, raccontando loro alcuni episodi dell'esperienza in Siria.