Greenpeace, l’agente che affondò la Rainbow Warrior chiede scusa (dopo 30 anni)
Trenta anni dopo l’affondamento della nave di Greenpeace Rainbow Warrior sono arrivate le scuse dell'agente dei servizi segreti francesi che piazzò la carica esplosiva a Auckland, in Nuova Zelanda. Il colonnello Jean-Luc Kister ha raccontato, nel corso di un'intervista a volto scoperto al sito Mediapart, tutti i dettagli di quella operazione del 10 luglio 1985 in cui rimase ucciso il fotografo portoghese attivista del movimento Fernando Pereira. Gli 007 della Dgse affondarono la nave su ordine dall'allora ministro della Difesa Charles Hernu, perché disturbava i test nucleari di Parigi a Mururoa, nel Pacifico, a sud-est di Tahiti. “Trenta anni dopo i fatti (…), penso che sia un'occasione per esprimere il mio profondo rincrescimento e le mie scuse” – ha detto commosso il colonnello – alla famiglia di Pereira, ai militanti di Greenpeace che erano a bordo e al popolo neozelandese.
“Ho la morte di un innocente sulla coscienza” – L’agente che piazzò la carica esplosiva ha aggiunto di avere “la morte di un innocente sulla coscienza, e questo pesa”. L’ex colonnello dei servizi segreti francesi ha detto anche che furono proposti altri scenari, ma i politici li respinsero. “Ci dissero: ‘No, bisogna affondarla'”, ha spiegato. Per l’affondamento della nave di Greenpeace Rainbow Warrior il governo francese ha presentato le sue scuse ufficiali, versato dei risarcimenti e gli esperimenti nucleari sono cessati nel 1996.