Greenpeace, due mesi di carcere per Cristian D’Alessandro dopo il blitz nell’Artico
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Due mesi di carcere per l'attivista italiano di Greenpeace Cristian D'Alessandro. Il ragazzo, 32 anni, era stato fermato nel corso di un’azione contro una piattaforma di Gazprom nell’Artico. A decidere la “detenzione cautelativa" con l’accusa di pirateria, come comunicato da fonti vicine all'organizzazione ambientalista, è stato un tribunale di Murmansk, nel nord della Russia. Tra i militanti finiti in prigione c’è infatti il capitano della Artic Sunrise, l’americano Peter Willcox, e lo svizzero Marco Weber. Per tutti gli indagati – 30 i partecipanti al blitz di 18 nazionalità diverse, ci sono russi, francesi, canadesi, neozelandesi, polacchi, turchi, americani – viene esteso lo stato di custodia fino al 24 novembre, al fine di consentire alle autorità ulteriori indagini.
"Questo è un tentativo agghiacciante di intimidirci e mettere a tacere una protesta pacifica – commenta in una nota Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia – ma noi resisteremo e faremo ogni sforzo possibile per continuare ad informare l’opinione pubblica sui veri pericoli delle trivellazioni nell’Artico". "Così come gli altri attivisti e membri dell'equipaggio – commenta invece Cristiana De Lia, responsabile campagna Mare – anche Cristian sarà sottoposto a custodia cautelare per due mesi mentre le autorità indagano sull'assurdo reato di pirateria. Questo è un tentativo agghiacciante di intimidirci e mettere a tacere una protesta pacifica, ma noi resisteremo e faremo ogni sforzo possibile per continuare ad informare l'opinione pubblica sui veri pericoli delle trivellazioni nell'Artico".