Green pass, Commissione Ue propone la proroga fino al 2023: si attende la decisione del Parlamento
La Commissione europea propone la proroga dell'utilizzo del Green Pass fino a giugno 2023. L'iniziativa serve ad «assicurarsi che il Parlamento europeo e il Consiglio possano concludere la procedura legislativa in tempo prima della scadenza dell’attuale regolamento» fissata per il 30 giugno 2022. La parola, infatti, spetta ora al consesso dei leader europei e soprattutto all'organo legislativo direttamente eletto dai cittadini del Vecchio Continente, il Parlamento.
Il Covid, spiega la Commissione in una nota, «continua a essere prevalente in Europa e in questa fase non è possibile determinare l’impatto di un possibile aumento delle infezioni nella seconda metà del 2022 o dell’emergere di nuove varianti». L’estensione del Green pass, quindi, «garantirà che i viaggiatori possano continuare a utilizzare il proprio certificato digitale quando viaggiano nell’Unione dove gli Stati membri mantengono determinate misure di salute pubblica».
Tuttavia, secondo il portavoce della Commissione, Christian Wigand, il pass «continua ad essere una misura eccezionale». Il regolamento che istituisce il certificato, entrato in vigore il primo luglio del 2021, durava un anno, prorogabile. Cosa diversa è la durata di validità del certificato, che per spostarsi e viaggiare Europa è fissata a 270 giorni dopo il primo ciclo vaccinale (e illimitata, almeno per ora, dopo il booster). Nei singoli Paesi membri, invece, la validità può durare diversamente, tant'è che ad esempio in Italia il Super Green pass con due dosi dal 1 febbraio dura 180 giorni.
Green Pass, i deputati europei dovranno decidere la proroga
Nei prossimi mesi i deputati europei dovranno decidere se approvare o meno la proroga. La decisione del Parlamento e del Consiglio dovrà arrivare entro il 30 giugno 2022, pena un periodo di vuoto legislativo.
Oltre a prorogare il Green pass, però, la Commissione propone ai leader e i rappresentanti dei cittadini europei anche alcune modifiche ai regolamenti Covid. L'esecutivo continentale chiede di includere i test antigenici di laboratorio di alta qualità tra quelli riconosciuti e che quindi permettono di ottenere un certificato. E ancora: di garantire che i certificati di avvenuta vaccinazione contengano il numero complessivo corretto di dosi somministrate in qualsiasi Stato membro. Questo in particolare servirebbe ad «affrontare le preoccupazioni pratiche sollevate dai cittadini in merito ai certificati che indicano un numero errato di dosi quando ricevono dosi di vaccino in diversi Stati membri».