Grecia, processo ad Alba Dorata: condannati a 13 anni di carcere i leader del partito neo-nazista
Dopo un processo durato più di cinque anni Alba Dorata, il partito greco di estrema destra considerato neo-nazista, è stato giudicato come un’organizzazione criminale. Dopo la storica sentenza degli scorsi giorni oggi sono arrivate anche le condanne nei confronti dei leader del partito. Durante il processo non è stata riconosciuta nessuna attenuante per i 68 imputati del processo, accusati per omicidi, aggressioni e possesso illegale di armi. Per il leader di Alba Dorata, Nikos Michaloliakos, è arrivata una condanna a 13 anni di detenzione. Stessa pena per l’ex deputato Christos Pappas, per l’ex portavoce Illias Kassidiaris, per gli altri ex deputati Ilias Panagiotaros e Georgios Germenis e per l'europarlamentare Ioannis Lagos, che perderà l’immunità parlamentare quando arriverà l’ordine di arresto chiesto dalla Grecia.
La condanna per l’omicidio del rapper Fyssas
Altra condanna, la più pesante, è quella inflitta a Giorgos Roupakias, condannato all’ergastolo. Si tratta dell’attivista ritenuto colpevole dell’assassinio del rapper Pavlos Fyssas, risalente al settembre del 2013. Alba Dorata aveva ottenuto poco dopo questo omicidio il suo miglior risultato elettorale: nel 2015, infatti, era diventata la terza forza nel Parlamento greco, con il 7% dei voti. Alle ultime elezioni, quelle del 2019, il partito di estrema destra non è invece riuscito a eleggere nessun deputato.
Le altre aggressioni e violenze di Alba Dorata
Alba Dorata si è registrato come partito politico nel 1993. Durante gli anni si è resa protagonista di aggressioni a migranti e attivisti di sinistra. L’organizzazione è ritenuta colpevole anche dell’omicidio del pakistano Sahzat Luckman, sempre nel 2013. Ancora, il partito di estrema destra è stato riconosciuto colpevole anche dell’assalto ai pescatori egiziani del 2012 e dell’aggressione contro un sindacalista comunista nel 2013.