Grecia, migranti nascosti su yacht: 15enne morto dopo scontro a fuoco con le autorità
Ogni giorno la questione dei flussi di migranti provenienti dall'Africa e diretti in Europa assume proporzioni sempre più dimensioni smisurate, drammatiche e apparentemente ingestibili. Non si contano più le notizie tragiche relative alla questione e si allarga sempre più lo specchio di terra nel quale i migranti cercano di trovare un varco per arrivare in Europa. Se questo sabato era stato segnato dalla notizia dei tre bambini in fin di vita dopo il ritrovamento a bordo di un tir, in Austria, che trasportava 26 migranti provenienti da Siria, Afghanistan e Bangladesh, nel tardo pomeriggio è dalla Grecia, altro fronte caldissimo per la questione migranti, che giunge un altro caso simile.
Erano 59 i migranti a bordo di uno yacht fermato dall'operazione Frontex davanti all'isola di Symi. Il battello aveva cercato di speronare il vascello dei militari e, stando a quanto afferma la stampa locale, un ragazzo di 15 anni è morto non per asfissia, come inizialmente si era creduto, ma in seguito ad uno scontro a fuoco tra i trafficanti di esseri umani e i militari della guardia costiera greca. Nella sparatoria sarebbero rimasti feriti anche un trafficante e un militare. La notizia è giunta nel tardo pomeriggio e non fa che aggravare ancor di più il bilancio di una situazione per la quale l'Europa ha ricevuto, nelle ultime ore, commenti duri e negativi dagli Usa, Onu e dai giornali internazionali più autorevoli al mondo come il New York Times che ha apertamente scritto: "L'europa ha fallito, Italia e Grecia lasciate sole – aggiungendo come l'Unione Europea – Non sia stata in grado di elaborare un efficace sistema di quote". L'isola di Symi, ritenuta una delle più belle e suggestive del Dodecanneso e dotata di un porto particolarmente noto per il suo stile neo classico, dimostra quanto la vicenda dei migranti aveva già fatto intuire nelle scorse settimane con i vari casi in Turchia ed anche in Grecia, ovvero che le mete notoriamente turistiche stanno sempre più diventando i punti di sbocco dove i migranti tentano di trovare un approdo.