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Grecia, Merkel: “Con il terzo piano di aiuti nessuna certezza, ma speranza di salvataggio”

La cancelliera tedesca ha dichiarato: “Con il terzo piano di aiuti coltiviamo non la certezza ma una certa speranza”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo qualche giorno di silenzio anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato, nel corso di una lunga intervista alla Zdf, il terzo pacchetto di aiuti alla Grecia e il tema dei flussi migratori, in attesa di un confronto in ambito europeo per fare luce sulle modalità di attribuzione del diritto d'asilo. La leader tedesca ha ammesso che il governo greco ha lavorato in modo decisamente più conciliatore rispetto ai primi mesi. Con il terzo piano di aiuti coltiviamo non la certezza ma una certa speranza" di poter risolvere la questione della crisi greca. "Tsipras ha capito che il suo Paese non avrebbe potuto raddrizzarsi se non impegnandosi davvero nelle riforme" ha affermato la cancelliera, ricordando comunque che non tutte le richieste avanzate dall'UE sono ancora state portate a termine.

Per quanto riguarda l'annuncio di Christine Lagarde, che ha recentemente ribadito che il Fondo Monetario Internazionale parteciperà al terzo piano di aiuti solo se verrà ristrutturato il debito greco, la Merkel ha dichiarato: "Io non ho alcun dubbio sul fatto che quello che la signora Lagarde ha detto diventi anche realtà". La cancelliera ha però ribadito che un taglio del debito all'interno dell'Eurozona non è possibile. Malgrado i frequenti aut aut la Merkel ha tenuto a precisare: "A differenza di quello che leggo in certe analisi, non vogliamo un'Europa germanizzata" e la Germania "non è mai stata isolata nelle sue posizioni sebbene alcuni la accusino di aver imposto i suoi diktat. Il cambiamento d'atteggiamento di Atene è stato possibile grazie alla fermezza del nostro Wolfgang Schäuble, ma anche di altri Paesi".

La cancelliera ha anche affrontato il tema dell'immigrazione: "Abbiamo bisogno di una politica comune europea in materia di asilo" ha affermato la Merkel, ricordando come la Germania sia presa d'assalto dalle richieste, che quest'anno potrebbero superare le 600mila, un record. Secondo la leader del governo tedesco è necessario che l'UE stili una lista di Paesi riconosciuti come "sicuri, in cui i cittadini non sono perseguitati", visto che tra i migranti che arrivano in Germania molti provengono da Paesi, in particolare dai Balcani, che non possono pretendere di vedersi riconoscere lo status di rifugiati. Per quanto riguarda siriani, iracheni ed afgani invece è necessario essere necessario ratificare norme comuni per il dritto di asilo in tutti i paesi dell'UE.

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