Grecia, domenica nuove elezioni politiche: Tsipras favorito nei sondaggi
Per la terza volta in un solo anno i cittadini greci sono chiamati alle urne: dopo la vittoria di Syriza di gennaio, che ha sancito l'inizio di una battaglia lunga mesi tra il governo e le istituzioni europee per ridurre al massimo le misure di austerity, e dopo il referendum di luglio, il primo ministro Alexis Tsipras si è dimesso ed ha chiesto agli elettori di esprimersi sul suo operato. Il premier greco è stato costretto ad accettare nuove misure "lacrime e sangue" in cambio di un finanziamento da 85 miliardi di euro che dovrebbe dare un minimo di respiro all'economia del paese per i prossimi tre anni. Syriza, il partito di sinistra radicale, si è spaccato e dopo le dimissioni del suo segretario nazionale una scissione ha dato vita a Unita Popolare, nuova organizzazione politica favorevole all'uscita dall'euro.
I primi sette mesi di governo di Tsipras hanno sancito, secondo molti osservatori internazionali, una dura sconfitta: il giovane premier aveva promesso di combattere l'austerità ma si è visto costretto – data soprattutto la sproporzione delle forze in campo – a rivedere decisamente il suo programma, pena la minaccia dell'uscita dall'euro: un'eventualità che la maggior parte dei cittadini greci, stando agli ultimi sondaggi, boccia con fermezza. Le condizioni del paese come è noto sono precipitate negli anni della crisi economica: il prodotto interno lordo è sceso del 25% in 5 anni, i salari del 38% e le pensioni del 45%. La disoccupazione riguarda il 26% della forza lavoro e il 18% dei cittadini non dispone di soldi a sufficienza per vivere dignitosamente. Gli ingenti finanziamenti ottenuti nel corso degli anni dall'Europa sono serviti per lo più a salvare le banche private, mentre nessuna misura è stata adottata a favore della crescita.
Le elezioni di domenica dunque segnano un nuovo inizio per la Grecia: il governo che ne scaturirà sarà chiamato a gestire una situazione ancora drammatica ed attuare gli accordi sottoscritti da Tsipras. Syriza è ancora saldamente al comando nei sondaggi, malgrado una scissione che attirerà i consensi dell'ala più radicale. Nea Dimokratia potrebbe impensierire il premier uscente grazie a promesse di "stabilità" mentre il KKE, dato al 6%, continua a negare ogni ipotesi di collaborazione con Syriza. Come ricorda Internazionale al momento nessun partito sembra in grado di ottenere seggi sufficienti da poter formare da solo un governo di maggioranza. Nea dimokratia e Syriza sarebbero dunque costretti a trovare la collaborazione con altri soggetti. Comunque vada per la Grecia si aprirà un nuovo capitolo.