Grecia: chissà che facce avranno quelli che prima volevano spaventarci e ora hanno paura
Certo, siamo solo alle proiezioni, aspettiamo, aspettate. Dicono tutti. E di certo ora saranno caldissimi i telefoni tra la Merkel e gli altri maggiordomi d'Europa (Renzi incluso) che per un pugno di amicizie "che contano" si sono venduti. E poi magari avranno anche il coraggio di dirci che la Grecia non dovrebbe festeggiare (vedrete, lo faranno tra qualche minuto), ce lo diranno loro che hanno cercato di inculcarci che ci fosse una scelta giusta e una sbagliata, alla faccia della democrazia.
Non è un derby, disse Matteo Renzi, e invece tutti i big d'Europa sono scesi in una putrida campagna elettorale internazionale che ha usato la stampa servile come mai ci era successo prima. Berlusconi con le sue reti televisive in confronto è una partitella da cortile. E invece è stato un derby: e l'hanno vinto i Greci (che del resto non hanno fatto nient'altro che confermare il voto di qualche mese fa, nei fatti, nonostante le masturbazioni dei politologi da copertina) e quella sinistra diffusa in Europa che solo in Tsipras sembra trovare una sintesi credibile. e forse l'hanno perso anche alcuni "timidi" della sinistra italiana che sottovoce di dicevano "sto con la Grecia ma perderà", come se stare dalla parte delle minoranze fosse un'onta, piuttosto che una medaglia.
Ma il referendum di oggi ci dice anche che questa Europa potrebbe rinnamorarsi della democrazia, che magari stasera davanti alla televisione qualche sparuto cittadino possa avere la sensazione che non è vero che non c'è alternativa (è stato il mantra dei prepotenti ma mediocri in questi giorni) e che davvero le scelte non sono solo figlie della narcotizzazione televisiva o dell'ammaestramento della carte stampata. Forse (è una mia sensazione e sarà interessante analizzarla da domani) questa è anche una delle più significative vittorie del web, dove il sentimento contro l'austerità è molto più maturo e spesso di come lo vorrebbero rappresentare nella stampa mainstream.
E vedrete che nelle prossime ore ci sarà anche qualcuno che dirà di essere felice che vinca il "no" nonostante si sia speso per il sì: i voltagabbana sono un'eccellenza italica.
Poi ci sarebbe anche da fare una domanda cattiva, a quei nostri politici "in viaggio" ad Atene che tra poco si collegheranno festanti con le nostre televisioni. Sarebbe da chiedergli se non trovano strano (per non scrivere fallimentare) che la sinistra italiana sia costretta ad esultare per un'enciclica papale o per le vittorie degli altri. Perché come ha spiegato ripetutamente il nostro Presidente del Consiglio in questi ultimi giorni "l'Italia è tra i paesi che non devono avere paura" e dicendolo ci ha svelato il trucco: paura per loro è tutto ciò che la troika europea trova sconveniente. Ed è una paura profumatissima, invece, che sta scendendo in piazza con le bandiere. E chissà che facce avranno gli "spaventatori" per professione adesso mentre provano la paura. Chissà che facce hanno.
La Grecia ha vinto ma adesso sarà terribile il colpo di coda. E si dovrà resistergli. Resistere.