Grano ucraino, 2 settimane per sbloccare l’embargo o conseguenze disastrose: l’appello di Kiev
Un'operazione internazionale nel Mar Nero con l'aiuto di Paesi amici che dovrebbero inviare le loro navi per sminare le acque e scortare il passaggio dei cargo, a cominciare da Odessa. È il piano che il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha illustrato in un'intervista a Repubblica, spiegando che tratterebbe di una possibile soluzione per esportare il grano ucraino. Il problema, osserva, è che "nessuno si può fidare dei russi. Bisogna stare molto attenti, per questo non ci basta la garanzia unilaterale del Cremlino. Servono Paesi terzi che si prendano la responsabilità di far rispettare l'accordo. Ci va bene anche l'intervento delle Nazioni Unite. Il nostro primo interesse è che il grano arrivi a chi ne ha bisogno". La trattativa, ha spiegato Kuleba, è "in fase avanzata. Siamo in contatto sia con l'Onu sia con gli Stati garante". È insomma partita "una corsa contro il tempo" dato che "per evitare conseguenze disastrose, lo sblocco deve avvenire entro due settimane. Naturalmente, la migliore opzione sarebbe la fine della guerra, ma Putin non vuole". Quanto al negoziato di pace, "noi non poniamo condizioni e non abbiamo nulla in contrario a ritornare al tavolo, vogliamo solo che i delegati russi dimostrino di avere reale intenzione di trattare. Putin sa solo dare ultimatum. Guardate quel che sta accadendo: l'invasione del Donbass è brutale, nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia portano avanti l'annessione, sparano missili sulle città. Se vuoi negoziare non ti comporti così".
Lavrov: " Sblocco navi grano solo se Kiev smina porti"
Sul blocco del grano il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha precisato che "per sbloccare le navi con i carichi di grano nei porti ucraini è necessario che il governo di Kiev smini le sue acque territoriali". "Se Kiev risolve il problema dello sminamento dei porti, la Marina russa garantirà il passaggio senza ostacoli delle navi con grano nel Mediterraneo quando saranno in mare aperto".
Quali nazioni dipendono maggiormente dal grano russo e ucraino
Una cinquantina di nazioni del mondo dipendono dalla Russia e dall'Ucraina per il loro approvvigionamento alimentare, soprattutto per gli olii di mais e girasole. La maggior parte di questi sono stati poveri e dipendenti dalle importazioni in Asia e Africa. Ma quali sono i Paesi che nei prossimi mesi avranno maggiori difficoltà ad approvvigionarsi di cibo? Il primo è l'Egitto, che importa dalla Russia e dall'Ucraina 4,4miliardi di dollari di grano. Seguono i Paesi dell'Africa Subsahariana con 2,2, la Turchia con 1,9 e i Paesi di Medio Oriente e nord Africa con 1,6. A soffrire saranno però anche Pakistan, Bangladesh, Indonesia e Libano. Secondo il World Food Program in Africa orientale, dove grano e prodotti a base di grano rappresentano un terzo del consumo medio di cereali, il 90% delle importazioni proviene da Russia e Ucraina. Non è difficile immaginare quali potranno essere le conseguenze per questi Stati in termini di accesso al cibo.