video suggerito
video suggerito

Gran Bretagna, il Ministro dell’Ambiente si dimette per una multa

Una multa per eccesso di velocità addossata alla moglie. Chris Huhne, incriminato per “ostruzione della giustizia”, ha deciso di dimettersi.
A cura di Alfonso Biondi
48 CONDIVISIONI
Ministro dell'Ambiente britannico

Il Ministro dell’Ambiente e dell’Energia Chris Huhne s'è dimesso per una multa. La storia è per certi versi incredibile. E' il 2003 e l'attuale numero due del partito liberaldemocratico viene immortalato da un comune autovelox mentre sfreccia di qualche Km orario sopra il limite di velocità. Huhne, evidentemente impaurito dalla possibilità di perdere qualche punto dalla patente, sostiene allora che alla guida della sua auto non c'era lui, bensì la moglie  Vicky Price. Tutto risolto? No, a quanto pare. Dopo aver scoperto che il marito aveva un'amante, la Price decide di rivelare tutto alla polizia.

MI DIMETTO PER EVITARE INTERFERENZE CON LA MIA CARICA- La palla è passata quindi all'autorità giudiziaria che, questa mattina, ha deciso di processare il Ministro per "ostruzione della giustizia", un reato che, nel caso specifico, potrebbe comportare per chi lo ha commesso il ritiro della patente e una sanzione pecuniaria. Il bello, però, è che anche la sua ex moglie è stata incriminata, in quanto complice dell'accaduto. "Esistono prove sufficienti per accusare Huhne e la ex moglie di aver interferito con il corso della giustizia" ha sentenziato il procuratore Keir Starmer. Il numero due dei liberaldemocratici continua a professare la propria innocenza, ma ha preferito rassegnare le proprie dimissioni per non "subire distrazioni dal lavoro". "Lascio perché voglio evitare interferenze con la carica che ricopro" si legge in una sua lettera pubblicata dal Guardian. E dire che Chris Huhne è un pezzo grosso del suo partito, considerato da alcuni anche una possibile alternativa al leader dei liberaldemocratici Nick Clegg.

E NOI COME STIAMO MESSI?- Il caso di Huhne, che ha lasciato la poltrona di Ministro per una multa, conferma per l'ennesima volta che in Gran Bretagna il rapporto tra etica e politica è di  quelli molto sentiti. Tre anni fa, ad esempio, il Ministro degli Interni Jacqui Smith si dimise per aver messo in nota spese la visione di programmi tv a pagamento, fra cui figuravano anche due film porno. Inevitabile, ma anche impietoso, il paragone con quanto accade qui da noi. Lo scorso 30 luglio, quando il Bel Paese era ancora governato dall'asse Pdl-Lega, Fanpage.it pubblicò un report sui guai giudiziari di parlamentari e Ministri. E i dati furono agghiaccianti: 1 parlamentare su 10 era (o era stato) indagato, imputato o condannato; la percentuale saliva a 1 su 4 se si parlava di Ministri. Reati, contestati o appurati, che  spaziavano dal danno erariale alla Corte dei Conti alla corruzione, al concorso esterno in associazione mafiosa, alla tentata estorsione, al favoreggiamento, solo per citarne alcuni. Per fortuna, però, nessuna multa.

48 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views