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Gran Bretagna: arriva la tassa sulle e-mail?

Bob Crow, segretario generale del sindacato dei Trasporti ferroviari e marittimi, ha proposto di far pagare un penny per ogni e-mail inviata dai cittadini inglesi. Obiettivo: ripianare il deficit pubblico della Gran Bretagna.
A cura di Alfonso Biondi
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La fame aguzza l'ingegno, a volte anche troppo. La fame si chiede: come si ripiana il deficit di bilancio della Gran Bretagna? E l'l'ingegno le risponde: facendo pagare un penny per ogni e-mail che inviano i cittadini di sua maestà. Fermi un attimo. Ma siamo sicuri che a rispondere sia stato proprio l'ingegno? La domanda è quanto mai legittima.

Chissà se questa domanda se l'è posta anche il segretario generale del sindacato dei Trasporti ferroviari e marittimi Bob Crow, quando ha proposto di far pagare agli internauti un penny per ogni e-mail inviata. Qualcuno pensa proprio di no, considerando anche il fatto che, in un'intervista rilasciata al Guardian l'anno scorso, Crow aveva anche proposto una tassa sugli sms.

Gli fu fatto notare, però, che tassare i messaggini non avrebbe portato chissà quanti danari nelle casse di sua maestà: si sarebbe trattato infatti di "appena"  968 milioni di sterline. Anche per le e-mail il discorso è quasi analogo: va considerato, infatti, che il 90% delle email che quotidianamente transita nell'intero globo è rappresentato da messaggi spam. Resta quindi un 10% tassabile che, previsioni alla mano, potrebbe fruttare 2,68 miliardi di sterline annue (7,35 milioni di sterline al giorno) al Regno Unito. L'unico problema è che nelle casse del Paese all'appello di sterline ne mancano 150 miliardi. Una cifra decisamente spropositata rispetto a quello che si potrebbe ottenere tassando sms ed e-mail. La proposta, in ogni caso, appare di difficile realizzazione, ma, qualora fosse attuata, meriterebbe un posto d'onore nella classifica di Confesercenti sulle tasse più curiose che paghiamo.

Per amor di patria quindi il prode Crow ha chiesto e chiede tuttora sacrifici ai suoi connazionali. Ma anche lui è disposto a fare sacrifici per la patria? Secondo quanto riporta The Telegraph, sembra proprio di no. Mentre infatti molti lavoratori del settore pubblico e privato  vedevano congelarsi il proprio stipendio durante la scorsa estate, il segretario "era costretto" a subire un aumento del 12% della sua busta paga. A pensar male si fa peccato, ma molto spesso…

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