Gli Usa sbloccano 500 milioni di dollari per la Palestina
Atterrato a Tel Aviv il 20 marzo, la prima visita di Obama in Israele ha sollevato finora forti critiche sia da parte dei palestinesi, che da parte di alcuni giornalisti e autorità israeliane. Nel periodo delle elezioni presidenziali, quando la minaccia iraniana veniva agitata durante la campagna elettorale, la posizione di Obama non sempre è risultata sufficientemente forte e netta alle élite ebraiche, mentre per i palestinesi il presidente americano non rappresenta nulla di buono. Si stupisce un lettore palestinese che chiede al quotidiano Maariv "Davvero voi israeliani pensate che avremmo potuto accogliere Obama con gioia? Cosa ha fatto per noi o cosa potrebbe fare per meritarsi un benvenuto dignitoso? Se fosse arrivato il primo ministro turco Erdogan, lo avremmo onorato. Se fosse venuto Hugo Chávez, l’intera città sarebbe stata piena di bandiere e manifesti. Obama non è un bene per i palestinesi".
E infatti non sono mancati momenti di tensione quando, nei giorni precedenti, i palestinesi hanno manifestato contro Obama impegnando la polizia israeliana nella difesa del palazzo presidenziale Miqata. Nel frattempo, alla richiesta di Abu Mazen di condannare gli insediamenti israeliani in Palestina, Obama rispondeva negativamente. Il principale riconoscimento del Presidente americano all'Autorità Nazionale Palestinese era stato riconoscere che "I palestinesi si meritano uno Stato". Arriva però un'ulteriore apertura: Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha infatti dichiarato che 200 milioni di dollari saranno sbloccati a favore dell'Anp per l'anno fiscale 2013, che si aggiungono ai 295,7 milioni per l'anno fiscale 2012 e che non sono destinati direttamente all'Anp, ma per attività di assistenza economica, umanitaria e per lo sviluppo.