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Gli USA ritirano la loro ambasciata dal Vaticano

La sede verrà accorpata all’ambasciata italiana per imprecisate ragioni di “sicurezza”. Per la Santa Sede, tuttavia, si tratta di uno smacco: non potrà “controllare” e influenzare direttamente l’evoluzione dei diritti civili in molti Stati.
A cura di D. F.
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Il Dipartimento di Stato USA sta progettando di ritirare il proprio ambasciatore presso la Santa Sede per imprecisati "motivi di sicurezza". L'ambasciata, situata presso la Villa Domiziana, nei pressi del Circo Massimo, è in funzione dal 1984 e venne organizzata in seguito a un accordo tra Reagan e Giovanni Paolo II. Il distaccamento "diplomatico" degli Stati Uniti in Vaticano verrà dunque accorpato con quella italiano a partire dal 2015; la conseguenza è facilmente comprensibile e riguarda l'indipendenza e l'autonomia futura che riuscirà ad avere l'ambasciatore in Vaticano, che verrà relegato in un'area dell'ambasciata italiana con poteri notevolmente ridimensionati. La notizia non ha fatto piacere dalle parti di San Pietro, dove avrebbero preferito di gran lunga poter avere un rapporto "diretto" con le massime autorità statunitensi, senza dover passare attraverso altri intermediari. Al Vaticano, in particolare, sta molto a cuore il tema dei diritti civili, in particolare la forte progressione che stanno avendo i matrimoni gay in numerosi stati degli USA.

La notizia della "soppressione" dell'ambasciata è stata data sul National Catholic Reporter dal vaticanista John Allen, che ha affermato che che la sede diventerà una "figliastra dell'ambasciata italiana". "La Santa Sede – ha scritto – è un punto cardine per gli affari internazionali. relegare l'ambasciata in una dependance all'interno di un altro ufficio è un insulto ai cattolici americani e al Vaticano".

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