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Gli Usa battono la crisi: +223mila posti di lavoro, disoccupazione cala al 5,4%

L’economia americana torna a generare occupazione. La disoccupazione non è a questi livelli dal maggio del 2008, cioè pochi mesi prima dell’inizio della crisi col fallimento di Lehman Brothers.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli Stati Uniti hanno creato in aprile 223.000 posti di lavoro, spingendo il tasso di disoccupazione in calo al 5,4% dal 5,5 per cento. Il calo del tasso di disoccupazione riflette fattori positivi quali l’aumento del tasso di partecipazione al mercato del lavoro, salito al 62,8% dal 62,7% di marzo. E si avvicina al target che la Fed ritiene di piena occupazione, ovvero un tasso fra il 5 e il 5,2%. Nel raffronto con maggio 2014, invece, il tasso risulta in calo di 0,8 punti percentuali per 1,1 milioni di disoccupati in meno. La disoccupazione non è a questi livelli dal maggio del 2008, pochi mesi prima dell’inizio della crisi economica (il fallimento di Lehman Brothers avvenne nel settembre di quell'anno) e dell'elezione del presidente Barack Obama.

Ad aprile sono cresciuti anche i salari, del 2,2% rispetto a un anno fa a 28,87 dollari l'ora. Continua invece a preoccupare la partecipazione alla forza lavoro, che è risalita dal 62,7 al 62,8%, ma resta comunque vicina ai minimi dal 1978 e molto al di sotto del 66% di prima della recessione. C’è pure da dire che i nuovi posti di lavoro di marzo sono stati rivisti ad appena 85 mila, il dato peggiore dal giugno del 2012. In totale sono stati i nuovi posti di lavoro di febbraio e marzo sono stati rivisti complessivamente al ribasso di 39 mila unità. Gli analisti interpellati da Reuters avevano previsto un aumento delle payrolls di 224 mila unità e un tasso di disoccupazione al 5,4%.

Nella presentazione della giornata, gli analisti di Intesa Sanpaolo descrivevano il rapporto sul lavoro Usa come "il focus del mese, dopo la delusione registrata a marzo". "Ci vorranno comunque altri dati per confermare il ritorno del trend precedente: il Fomc (l'organismo che decide la politica monetaria in seno alla Federal Reserve, ndr) ha indicato che ‘ulteriore miglioramento' del mercato del lavoro è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per considerare seriamente la svolta dei tassi", diceva ancora Intesa prima della pubblicazione dei dati.

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