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Guerra in Ucraina

Gli ucraini hanno allagato un villaggio per tenere lontani i soldati russi: “Così abbiamo salvato Kiev”

La storia del villaggio di Demydiv dove gli ucraini hanno intenzionalmente aperto una diga e inondato il paese, insieme ai campi circostanti, rallentando in questo modo l’avanzata dei carri armati russi: “Case allagate e danni, ma ne è valsa la pena. Abbiamo salvato Kiev”.
A cura di Ida Artiaco
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Screen dal New York Times.
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Demydiv è un villaggio ucraino della regione di Kiev che è stato completamente allagato dai suoi 1300 abitanti per rallentare l'avanzata delle truppe russe sulla Capitale. "Abbiamo salvato Kiev", ha detto un residente al New York Times che ha mostrato per la prima volta le immagini di quest'area dove è stato creato un vero e proprio "pantano che ha impedito l'attacco dei carri armati russi e ha fatto guadagnare tempo prezioso all'esercito per preparare la difesa". Il famoso quotidiano americano ha raccontato cosa è successo alla fine di febbraio, poco dopo l'invasione di Mosca.

Gli ucraini, il 25 febbraio scorso, hanno intenzionalmente aperto una diga e inondato il paese, insieme ai campi circostanti, rallentando in questo modo l'avanzata dei carri armati russi. "Tutti capiscono e nessuno se ne pente per un momento, abbiamo salvato Kiev!", ha sottolineato agli inviati del quotidiano statunitense la pensionata Antonina Kostuchenko. Ed in effetti la mossa si è rivelata efficace: ha protetto la Capitale, ma ha anche contribuito a salvare la stessa Demydiv, che si trovava sul lato occupato dai russi dei campi allagati. Sebbene i soldati di Putin pattugliassero il villaggio, non fu mai linea del fronte e non andò incontro al triste destino che ha invece colpito altri villaggi come Bucha e Hostomel.

Ora gli abitanti della zona si trovano a fare i conti con i danni dell'alluvione, che ha letteralmente inghiottito gran parte delle loro case e che in circostanze normali sarebbe stata l'ennesima disgrazia per un popolo già alle prese con la guerra, ma che secondo le testimonianze raccolte dai reporter, è vista come "una vittoria tattica di cui gli ucraini non potrebbero essere più contenti". Per Volodymyr Artemchuk, un volontario che sta aiutando ad alimentare le pompe che ora stanno prosciugando il villaggio, "cinquanta case allagate non sono una grande perdita" rispetto a quanto guadagnato.

Non è la prima volta che gli ucraini distruggono intenzionalmente infrastrutture per rallentare l'avanzata dell'esercito russo, molto più equipaggiato. Altrove, infatti, i militari hanno, senza esitazione, fatto saltare in aria ponti – ben 300 sono stati rasi al suolo in tutta l'Ucraina -, bombardato strade e messo fuori uso linee ferroviarie e aeroporti per incanalare le truppe nemiche in trappole e forzare le colonne di carri armati su terreni meno favorevoli per poter guadagnare tempo prezioso. Il danno totale stimato alle infrastrutture di trasporto dopo due mesi di guerra è di circa 85 miliardi di dollari, ha affermato il governo ucraino. "Non avremmo fatto saltare in aria i nostri ponti se la guerra non fosse iniziata", ha detto al New York Times Oleksandr Kubrakov, ministro per le Infrastrutture. "La causa è la stessa: l'aggressione della Federazione Russa", ha aggiunto.

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