La polizia brasiliana ha scoperto l’esistenza di un gruppo clandestino con una “missione” particolare: uccidere trafficanti di droga, rapinatori e altri delinquenti. Con il nome di Caçadores de Gansos (“Cacciatori di oche”; oche è il termine gergale con cui la polizia chiama i criminali), avevano aperto una pagina Facebook nella quale i quasi 4000 membri potevano inviare foto e altre informazioni utili ad identificare i malviventi da assassinare. I giustizieri operavano a Queimados, un comune poco distante da Rio de Janeiro, e secondo gli inquirenti sarebbero responsabili di almeno 10 omicidi.
La pagina social era stata aperta da Anderson Souza, un profilo ovviamente falso dove però i morti erano reali. L’immagine usata dai sicari era il teschio di The Punisher (un personaggio dei fumetti in guerra contro il crimine organizzato per vendicare l’uccisione della sua famiglia per mano della mafia). “Solo Dio perdona perché io non avrò esitazione”, è uno dei post con cui i killer minacciavano un trafficante di droga. Per la polizia, l’obiettivo dei giustizieri era la “pulizia sociale”. Nei sobborghi carioca il tasso di criminalità è in aumento, soprattutto tra gli abitanti dei quartieri Minha casa, minha vida ("Mia casa, mia vita"), le case popolari volute dal partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores), fino a poco tempo fa al governo del Brasile. A Queimados, in sei anni, le morti violente sono quasi quadruplicate: se nel 2010 si erano registrati 41 casi, l’anno scorso sono stati 159. Un guerra tra bande per spartirsi il controllo del mercato della droga. E’ proprio in questo contesto che – secondo la polizia – tre anni fa sono nati i “cacciatori”.
La polizia era sulle tracce del gruppo dall'anno scorso quando cominciarono le segnalazioni sull'esistenza della pagina. Gli inquirenti trovarono centinaia i messaggi di appoggio agli “sterminatori”, come la stampa brasiliana li ha già ribattezzati. Gli utenti davano le istruzioni per identificare i malviventi: foto, orari e altre informazioni personali utili a compiere gli omicidi. Tra gli incarichi, gli agenti hanno scoperto anche quello di un uomo che voleva uccidere il genero: “E’ coinvolto nel traffico di droga, ha minacciato di morte mia figlia, chiedo il vostro aiuto perché deve morire”.
Un’altra donna, invece, aveva denunciato un conoscente colpevole di maltrattare una sua amica. Anche in questo caso la condanna era a morte. Dopo aver portato a termine le esecuzioni, i sicari pubblicavano le foto dei delinquenti crivellati di colpi. La polizia è riuscita ad arrestare uno dei responsabili della pagina Facebook. Durante la perquisizione, oltre a maschere e alle armi con cui si sarebbero commessi gli omicidi, sono state rinvenuti anche giubbotti con le insegne della polizia. Un elemento che ha portato Ginton Lages, a capo dell’unità investigativa, a sostenere che tra i killer ci potrebbero essere agenti e militari a cui si sono uniti anche alcuni abitanti di Queimados. Gli inquirenti comunque sono alla ricerca anche di quanti hanno incitato ad uccidere e di chi ha acclamato le esecuzioni.
Non era solo la polizia sulle tracce del gruppo di sicari, anche le bande criminali hanno cominciato a reagire: a fine ottobre, Rafael Von Held, un poliziotto sospettato di essere uno degli “sterminatori”, è stato assassinato mentre era alla guida della sua auto. Con la morte di Von Held, il conto del caduti tra le forze di sicurezza nel 2017 a Rio de Janeiro è salito a 109. Proprio temendo rappresaglie da parte dei delinquenti, a marzo di quest’anno uno degli “sterminatori” avvertiva della possibilità di ridurre il numero di esecuzioni. “Ci rattrista molto affermarlo però nessuno può vincere il sistema. Solo Dio sa quanto ci costa dirvi questo”, concludeva il post.