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Cecilia Sala arrestata in Iran

Gli Stati Uniti chiedono all’Iran il rilascio di Cecilia Sala: “Arresto ingiustificato”

Il Dipartimento di Stati USA ha dichiarato a La Repubblica che “non c’è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente” dall’Iran i cittadini stranieri arrestati, tra cui la giornalista italiana Cecilia Sala.
A cura di Ida Artiaco
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Gli Stati Uniti chiedono all'Iran il "rilascio immediato e incondizionato" di tutti i detenuti senza giusta causa, inclusa la giornalista italiana Cecilia Sala detenuta dallo scorso 19 dicembre nel carcere di Evin a Teheran. Lo afferma un portavoce del Dipartimento di Stato a La Repubblica.

"Sfortunatamente il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c'è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente", ha aggiunto osservando che "i giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose e devono essere protetti".

Gli Stati Uniti sono "in frequente contatto con gli alleati e i partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti", ha messo in evidenza. Per il funzionario sentito da Repubblica c'è un collegamento tra la vicenda della giornalista italiana e l’operazione che ha condotto al fermo di un ingegnere iraniano a Malpensa.

La 29enne, con regolare visto rilasciato dalle autorità iraniane, è stata prelevata dal suo albergo a Teheran il giorno successivo alla convalida del fermo da parte dei giudici di Milano di Mohammad Abedininajafabani. Per gli USA è responsabile di associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e sostegno a una organizzazione terroristica. Se le due vicende fossero davvero collegate, il rilascio di Cecilia Sala verrebbe reso più difficile anche dalla richiesta di estradizione degli Usa alla autorità italiane per l’ingegnere iraniano.

"L'arresto della Sala arriva dopo che un cittadino iraniano è stato incarcerato in Italia tre giorni prima per contrabbando di componenti di droni. Rimaniamo impegnati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare l’intera gamma delle azioni destabilizzanti dell’Iran", hanno precisato da Washington.

Si ricordi che Cecilia Sala si trovava in Iran dove stava raccogliendo informazioni per il suo podcast Stories, redatto da lei e pubblicato da Chora Media, in cui racconta storie dal mondo. Proprio qualche giorno prima dell'arresto, il 16 dicembre, Sala aveva pubblicato un podcast dal titolo "Una conversazione sul patriarcato a Teheran", in cui racconta della sua conversazione con una 21enne iraniana, Diba, e della nuova legge sull'hijab.

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