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Gli Stati Uniti avvertono Hezbollah: “Se ci sarà escalation in Libano, non riusciremo a fermare Israele”

Gli Stati Uniti hanno avvertito gli Hezbollah di non essere in grado di fermare un eventuale attacco israeliano in Libano. Sarebbe questo il messaggio di Biden trasmesso ai miliziani sciiti, alleati dell’Iran, dall’inviato speciale per il Medio Oriente Amos Hochstein, durante il suo ultimo viaggio nel Paese.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Gli Stati Uniti hanno avvertito gli Hezbollah di non essere in grado di fermare un eventuale attacco israeliano in Libano. Lo riportano sia ‘Politico‘ sia ‘Axios‘. Secondo le fonti, l'inviato speciale per il Medio Oriente Amos Hochstein, durante il suo ultimo viaggio in Libano, ha trasmesso un messaggio chiaro ai miliziani sciiti, alleati dell'Iran, da parte del presidente Biden.

Le fonti citate dai due media hanno sostenuto che Washington aiuterà Israele in caso di reazione degli Hezbollah. Se poi ci saranno razzi e missili sulle città israeliane, Washington, hanno detto, "potrebbe orientarsi verso un sostegno militare più diretto".

Resta quinti ancora altissima la tensione al confine settentrionale con il Libano, dove rimangono accesi i riflettori sullo scontro con Hezbollah. "Non porremo fine alla guerra fin quando non riporteremo a casa tutti gli ostaggi" e "finché non avremo eliminato Hamas e fatto tornare gli abitanti del sud nelle loro case, al sicuro", ha detto alla Knesset il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Il premier si è poi rivolto all'Iran, alleato di Hezbollah: "A qualsiasi prezzo e in qualsiasi modo fermeremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci". Le parole di Netanyahu non sono passate inosservate a Washington. Un'offensiva militare di qualsiasi tipo israeliana in Libano rischia di scatenare una guerra su più vasta scala, e di mettere le forze americane in pericolo. La sicurezza delle forze Usa resta la priorità del Pentagono.

Per questo il Segretario di stato americano Antony Blinken ha chiesto di impegnarsi per evitare un'ulteriore escalation in Libano nei colloqui con il Ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. Blinken "ha sottolineato l'importanza di evitare un'ulteriore escalation del conflitto e di raggiungere una soluzione diplomatica che permetta sia alle famiglie israeliane che a quelle libanesi di tornare alle loro case", ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Miller.

L'Idf: “Quasi smantellato Hamas a Rafah”,

"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah. È sconfitta non nel senso che non ci siano più terroristi, ma nel senso che non può più funzionare come struttura di combattimento". Così il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), Herzi Halevi, ha annunciato i recenti "risultati significativi" ottenuti nei combattimenti a Rafah.

"Ciò si riflette nel numero di terroristi uccisi, così come nelle infrastrutture e nei tunnel distrutti", ha affermato durante una visita alla città nel sud della Striscia di Gaza. Nelle stesse ore, le Idf hanno annunciato l'uccisione di Muhammad Salah, responsabile dei progetti e dello sviluppo delle armi nel quartier generale di Hamas.

Salah è stato ucciso in un raid aereo nella Striscia di Gaza seguendo le indicazioni dell'intelligence israeliana, hanno spiegato le Forze di difesa. Saleh "comandava un certo numero di squadre terroristiche di Hamas che lavoravano allo sviluppo di armi", hanno precisato i militari israeliani.

Hamas: "Nessun progresso nei negoziati"

Non ci sono progressi nei negoziati per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato all'agenzia russa Ria Novosti il vice capo del Politburo di Hamas, Musa Abu-Marzouk, secondo il quale Hamas non ha ancora avuto risposta alla sua richiesta di emendamenti al testo dell'intesa proposta da Israele.

"Gli sforzi dei nostri amici in Qatar continuano, stanno cercando di rompere lo stallo del processo, ma non ci sono progressi", ha detto Marzouk, in visita a Mosca. "Abbiamo apportato diverse modifiche che Israele non ha accettato. Ecco perché sono rimaste senza risposta", ha aggiunto. Marzouk ha osservato che Hamas ha sostenuto la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Striscia di Gaza e la proposta di cessate il fuoco del presidente americano Joe Biden, ma Israele l'ha respinta e insiste nel continuare le ostilità a Gaza.

"Pertanto, il problema è la loro posizione, non la nostra", ha denunciato Marzouk. "Non abbiamo condizioni, ma abbiamo richieste giuste: un cessate il fuoco, il ritiro delle truppe dalla Striscia di Gaza, lo scambio di ostaggi e prigionieri, la revoca del blocco. Pensiamo che tutto questo è possibile, se Israele rinuncia al desiderio di continuare la guerra nella Striscia di Gaza", ha concluso il funzionario di Hamas. Nella sua visita a Mosca, Marzouk ha avuto colloqui col viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ma non sarebbero previsti incontri con il capo della diplomazia, Serghei Lavrov.

Raid su un campo profughi, almeno 16 morti

Intanto, proseguono i raid su territorio palestinese. Una delle sorelle del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe stata uccisa stanotte in un attacco aereo israeliano sul campo profughi di Shati (Beach), nel nord della Striscia di Gaza.

Lo riportano media palestinesi e israeliani. L'agenzia di stampa palestinese Wafa e l'emittente araba Al Jazeera affermano che un totale di 16 persone sono morte nei raid di questa notte sulla Striscia.

Undici di queste sarebbero state uccise in bombardamenti che avrebbero centrato due scuole usate come rifugio e gestite dall'Agenzia delle Nazioni unite per i profughi palestinesi (Unrwa), nel campo di Beach e nella zona di Daraj a Gaza.

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